La campagna elettorale entra nel vivo e con essa ecco arrivare la prima vera polemica. 

A far scoppiare il putiferio è stato il capitoletto dedicato alla famiglia presente nel programma del candidato del centrodestra, Fabio Giulivi.

“La famiglia tradizionale, intesa come un nucleo formata da madre, padre e figli, costituisce l’elemento fondante della nostra società. Siamo aperti e disponibili verso qualsiasi forma di convivenza, indipendentemente da genere, etnia e credo religioso, ma vediamo come provocazioni le forzature ed estremizzazioni quali le teorie gender o la maternità surrogata. Le prime parole pronunciate da un bimbo sono mamma e papà, non genitore 1 e genitore 2: dobbiamo quindi tutelare e sostenere le giovani coppie affinché possano costituire un nucleo familiare e crescere i loro figli, anche attraverso un supporto economico quali contributi per affitto, detrazioni sul reddito, incentivi sulle rette delle mense scolastiche. Una rimodulazione in questo senso, accompagnata da misure ad hoc per situazioni difficili, agevolerà la crescita demografica della nostra Città, rendendola al contempo più attrattiva per le giovani coppie. Il continuo calo dei residenti negli ultimi anni è chiara testimonianza che occorre cambiare strategia”. Questo il passo incriminato.

“Ci sarebbe da piangere perchè queste poche righe sono un vergognoso concentrato di razzismo, misoginia e omofobia. Un ritorno al passato di cui Venaria non ha certamente bisogno. A simili proposte, noi rispondiamo con diritti, uguaglianza, rispetto e tolleranza”, commenta il Pd cittadino.

Francesca Druetti (Possibile) parla di “visione retrograda e discriminatoria rispetto alle famiglie e taglia fuori anche, per esempio, i genitori single, separati, conviventi. Li taglia fuori dal pieno riconoscimento come famiglie, ma anche dall'erogazione di servizi e sussidi”.

I Giovani Democratici, con in testa Fabio Tumminiello, parla di “parole inquietanti. O, per una svista, non ha letto quel capitolo del programma, scritto da qualcuno di troppo esuberante. Oppure, e speriamo non sia così, tu quelle cose le pensi veramente. In questo caso, la risposta è una sola: si vergogni”.

Il Psi/Italia Viva che parla di “vecchia cultura patrimonio della destra fascista, quella della discriminazione dei cittadini su base sessuale e procreativa. Le donne che ricercano una maternità “surrogata” o “le teorie gender” vengono bollate come provocazioni, forzature, estremizzazioni. La famiglia tradizionale, pilastro della destra nazionalfascista è la sola ad avere dei diritti: Per noi, invece, non ci sono cittadini di seria A o di serie B”. 

Venaria Punto e a Capo dice “no a una politica che pretende di seminare odio e discriminazioni. Non accettiamo che slogan politici possano colpire bambini e bambine, genitori single o divorziati o qualsiasi altro nostro concittadino. Siamo sorpresi e indignati che nel 2020 si usino definizioni in voga nel medioevo per dividere, anziché cercare una società più paritaria e proiettata al futuro”. 

Dura anche Francesca Marzano candidata per la civica “Uniti per Cambiare”, che supporta la candidatura a sindaco di Alessandro Brescia: “Mi stupisce il fatto che sia ritenuto necessario inserire un paragrafo così in un programma per delle amministrative. Cosa dovremmo dedurne? Quali azioni il futuro sindaco Giulivi intende intraprendere al riguardo? Censiremo le coppie di fatto? Escluderemo dalle graduatorie dei nidi i figli di genitori singoli e di famiglie arcobaleno? Non celebreremo più unioni civili, riconosciute da una Legge dello Stato? Vedremo questi Don Abbondio aggirarsi per il Municipio di Venaria con l’espressione di John Travolta? A chi giustamente si preoccupa per questo paragrafo, rispondo con le parole di uno dei testi più belli siano mai stati scritti: la Costituzione della Repubblica Italiana. E in particolar modo all’articolo 3. Sono le stesse parole che ebbi l’onore di leggere al matrimonio, perché per me é un matrimonio e non una unione civile, dei miei amici in veste di loro testimone, e che oggi dedico ancora a loro e a tutte le persone libere da preconcetti e da intolleranze. Finché la Costituzione esiste, nessun programma elettorale al mondo potrà mettere a repentaglio la nostra libertà”.