Per la “Giornata della Memoria”, le associazioni "I Retroscena" e “296 Model Venaria” hanno deciso di dare vita ad un progetto davvero unico nel suo genere: “Auschwitz dall'alto- il plastico della Memoria”.
Un progetto che ha portato, sabato 26 gennaio, nella sede dell'Avis di viale Buridani, decine di persone a rimanere in silenzio e addirittura a piangere davanti a quello che possiamo definire, senza problemi, un vero capolavoro.
Capolavoro messo in piedi in davvero pochissimo tempo: “in cinque mesi e qualche giorno”, come spiegano Monica Vietti (I Retroscena) e Gennaro Ciotola (296 Model).
L’obiettivo era davvero importante: realizzare un qualcosa di innovativo e multimediale per ricordare ai giovani e agli adulti una delle pagine più sconvolgenti e brutte della storia europea e mondiale.
Entrambe le associazioni hanno condiviso l'idea - unica nel suo genere- di creare in scala una riproduzione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e sul quale sono poi state proiettate una serie di scene di vita vissuta raccontate da "I Retroscena" sulla base del libro "L'istruttoria" di Peter Weiss.
E se Primo Levi diceva che “la memoria è necessaria perché gli avvenimenti che si dimenticano possono ritornare”, "Auschwitz dall'alto-il plastico della memoria” ha lo scopo di non far dimenticare il terrificante momento dell'Olocausto.
Il “Plastico della Memoria”, in scala 1:200, è stato reso possibile dalle mani laboriose di alcuni modellisti del 296 Model di Venaria, che lo hanno realizzato magistralmente: Carlo Martini, Riccardo Mantovan, Carlo Rionda, il cavalier Gian Battista Ruffino (di 86 anni, ma ancora con tanta vitalità, ndr), Italo Rocchetti, Armando Dalbello, Giuseppe Sanfratello, Corrado Coroneo, Giovanni Reviglio, Giacomo Massa, Albino e Luca Ingrassia, Giuseppe Stramaglia e Gennaro Ciotola.
"Il plastico è stato realizzato in cinque mesi di lavoro a partire da giugno, dopo lo studio di una planimetria e ha richiesto molta precisione e manualità per una dimensione di 2,5 m x 1,90 m. Il progetto ha un corpo di guardia in scala 1:186 "N" per permettere il passaggio del treno, e 1:200 la parte destinata agli uomini sia per le donne. Alcuni pezzi, come la recinzione, sono stati realizzati in legno leggero in betulla avion e completati con l'esperienza del cavalier Gian Battista Ruffino. La novità, per noi è stata anche quella di aver integrato la stampante in 3D con la nostra manualità, che ci ha permesso di entrare nel dettaglio e nel ricordo vivo di quello che erano stati i terribili campi di sterminio, dai vagoni con la garitta alle camere a gas. Inizialmente sembrava un modello qualsiasi ma in realtà, anche per noi è stato un viaggio perché mentre realizzavamo il sentiero che porta ai forni e quindi alla morte, ci siamo resi conto con la memoria che stavamo ripercorrendo quell'orrore. Siamo entrati nel vivo del progetto e ogni volta che lavoravamo lo facevamo in silenzio, ma era un silenzio di sgomento. Ed è la stessa sensazione che si prova quando, ognuno di noi è in visita nei campi di sterminio”.
Ma oltre al modellino, c’è anche il racconto di quel periodo, che ha reso ancora più unica questa esperienza. E il merito è del regista venariese Marco Perazzolo, di Monica Vietti ed Enrico Alliana (adattamento testi), di Ivano Voghera (ideazione e video mapping), di Paolo Gho (grafica ed animazione) e degli stessi attori Fabrizio Demaria, Paolo Arsento, Corrado Rubino, Rossella Lucco Navei, Luca Martino, Chiara Giovara, Enrico Alliana, Diana Libergoliza, Riccardo Boano, Simone Giay Levra, Tommaso Padovano, Klaudia Bossi Zabielska, Silvia Ferrero e Luca Voghera.
“Auschwitz dall'alto- il plastico della Memoria” sarà anche presentato l'8 febbraio a Pianezza per le scuole di primo e secondo grado alle 9.30 con replica alle 10,45 e alle 21 per tutta la cittadinanza, presso il Salone delle Feste di via Moncenisio 5.
Silvia Iannuzzi