Negli ultimi giorni dell'anno appena andato in soffitta, tanti sindaci, assessori e consiglieri comunali hanno dato vita a post, video su Facebook, Instagram e qualsiasi altro social per dire "no" ai botti.
Con i sindaci che hanno persino firmato ordinanze per vietarli.
Ma, anche quest'anno, in ogni cittadina sembrava di essere in un fronte di guerra. Con petardi e vere e proprie bombe. Sparate per quella che è una tradizione tutta italiana che si perde negli anni.
E nonostante le ordinanze, in ogni cittadina ognuno ha fatto quello che ha voluto. Compreso scendere in strada per spararli, nonostante il coprifuoco previsto dal Dpcm e in vigore dalle 22 e fino alle 7 di oggi, venerdì 1 gennaio 2020.
Facebook è stato invaso da post di cittadini furibondi di Venaria, Borgaro, Caselle, Druento, La Cassa, Pianezza, Alpignano, Collegno, Rivoli e persino della vicina via Lanzo a Torino (ma la lista è davvero lunga, ndr) - anche se non sono mancati commenti di persone che hanno apprezzato il rito dello scoppio dei botti - lamentandosi di avere in casa cani o gatti spaventati. C'è chi, addirittura, denunciava persone che dalla finestra lanciava appositamente i botti per far spaventare i cani.
E forse, alla fine, ha ragione il sindaco di Venaria, Fabio Giulivi, che ha risposto così a un cittadino: "Purtroppo, come ho scritto in questo post, certe ordinanze come quella sul divieto dei botti, funzionano solo se c'è la collaborazione dei cittadini altrimenti sono inutili. Le forze dell'Ordine fanno il loro lavoro ma non possono essere presenti nelle strade di 12mila abitazioni. Puoi multare qualche persona ma controllare tutti allo scoccare della mezzanotte è impossibile. Il senso civico ed il rispetto delle norme va insegnato e curato fin da piccoli, non riesci ad imporlo con una volante in più dei Carabinieri".