Dopo il centrodestra, che candida Fabrizio Bardella, anche il centrosinistra rende pubblico il nome del suo candidato sindaco. Un nome conosciuto, visto che è l’attuale primo cittadino, Francesco Casciano, 49 anni, sposato, tre figli, un passato come assessore sempre a Collegno e poi di amministratore unico di Cidiu Servizi.
Ieri sera la presentazione ufficiale, davanti ad un gremito Palazzetto dello Sport.
"L’obiettivo è quello di proseguire quanto fatto in questi cinque anni di mandato", vuole subito precisare.
E dato che mancano tre mesi abbondanti alle elezioni, sono giorni di grande lavoro per dare vita alla coalizione che lo dovrà appoggiare. Per ora, c’è il “sì” del Pd, di “Collegno Bene Comune”, di “Noi con Casciano” - ovvero una lista molto vicina al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti - e “CollegnAmo”.
"Ma è tutto work in progress - spiega Casciano - Per questo abbiamo deciso di organizzare due serate, l’11 e il 18 di febbraio, alle 21, all’Aurora, per la costruzione partecipata del programma elettorale. Prima un programma condiviso, poi le donne, gli uomini e i giovani che vorranno fare parte di questa avventura. Voglio un percorso comune, unitario".
Il motto su cui poggerà l’intera campagna elettorale è “Collegno il cambiamento continua”.
"Perché in questi cinque anni Collegno è cambiata molto e cambierà ancora di più nei prossimi cinque. Penso alla metropolitana, con Collegno che diventerà la città più servita d’Italia da una metropolitana, con l’80% dei cittadini che avranno una fermata entro 2 chilometri. Sarà una città del lavoro, della scuola, della formazione universitaria, con asili per soddisfare le esigenze dei genitori che hanno bambini in quella fascia d'età, rispettando in toto i parametri europei. Una Collegno sicura, con servizi puntuali ed efficienti, che penserà agli anziani e ai giovani allo stesso modo, senza distinzioni".
Inevitabile come un punto del programma sia il campo nomadi di strada della Berlia: "Che dovrà essere superato. E’ giusto ricordare come quel campo sia stato pagato per un terzo dal Comune, da un terzo dalle stesse famiglie rom e un terzo dall’allora giunta regionale Ghigo. L’obiettivo di riduzione del campo stesso è un obiettivo raggiunto: da 400 a 100 persone. Il superamento, però, può essere fatto attraverso gli Enti competenti. Ma ci vuole tempo".