Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme all’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e al direttore dell’Assessorato alla Sanità, Mario Minola, con i vertici dell’Unità di crisi, il commissario dell’Area Giuridico Amministrativa Antonio Rinaudo, il commissario generale Coccolo e delle Politiche sanitarie Manno, hanno incontrato in video collegamento il direttore dell’Asl To4  Stefano Scarpetta per affrontare il caso del medico Giuseppe Delicati di Borgaro indagato per aver rilasciato falsi certificati di esenzione vaccinale senza essere in possesso del titolo di medico vaccinatore.

Il medico, dopo l’avvio delle indagini, si è iscritto come soggetto vaccinatore chiedendo una fornitura di vaccini. La Regione, sino a quando non sarà accertata la sua posizione nell’ambito delle indagini in corso, e anche in attesa che il Consiglio dell’Ordine professionale di appartenenza, definisca con una decisione irrevocabile che dovrebbe arrivare a breve le eventuali responsabilità disciplinari contestategli, ma anche per non generare incomprensione nei cittadini, viste le dichiarazioni contraddittorie sulla vaccinazione reiterate in più occasioni da tale medico, a scopo precauzionale ha segnalato all’Asl l’inopportunità che gli siano consegnate dosi di vaccini.

In attesa che l'ordine dei medici di Macerata - dove Delicati è iscritto - decida quale provvedimento comminare al medico per quanto avvenuto nei mesi scorsi - potrebbe anche essere sospeso - ecco giungere la posizione del sindaco di Borgaro, Claudio Gambino: «Non credo sia una folgorazione sulla via di Damasco da parte di Delicati. Le sue posizioni sono ben chiare da mesi e in questi giorni dovrebbe anche pronunciarsi l’Ordine dei Medici di Macerata. Per me si tratta di una strategia, per quale fine ancora non mi è chiaro, anche perché non penso possa permettere la validazione di tutti i certificati precedenti. La mia posizione è la stessa del governatore Cirio. Credo che l’Asl To4 debba chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Una volta per tutte».