Prendono avvio gli incontri de «L’Atelier della Storia Venariese», organizzata dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con la Pro Loco di Altessano e Venaria Reale unitamente al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

Primo appuntamento questo venerdì, 6 maggio, alle 21, nella sala multimediale della biblioteca civica «Tancredi Milone» di via Verdi, con «Storia e storie di Venaria Reale: l’archivio storico della Città» con Elisa Tealdi e Davide De Franco. L’evento è promosso nell’ambito del progetto di riorganizzazione dell’Archivio storico cittadino.

Ma cos'è «L’Atelier della Storia Venariese»? Un viaggio alla scoperta di una Venaria mai raccontata prima, grazie al contributo della ricerca di studiosi qualificati ed al sostegno del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale, del parco naturale La Mandria, della fondazione Via Maestra, della parrocchia Natività di Maria Vergine, dell'Avta e della Libreria di Venaria.

Gli incontri toccheranno molti argomenti relativi alla storia cittadina, a testimonianza della sua ricchezza e della sua varietà. Dai diari di guerra, conservati nell'Archivio Storico comunale, alla tradizione cavalleresca e militare, alla vita quotidiana alla corte dei Savoia, alla Vénerie e all'arte del suono del corno da caccia, passando per aneddoti e curiosità cittadine.

Da un altro Archivio Storico, quello della parrocchia della Natività di Maria Vergine, derivano le testimonianze legate al mondo delle industrie presenti sul territorio. Sia affronteranno tematiche che non coinvolgeranno solo gli accademici della materia, ma che incuriosiranno i cittadini.

«La nostra bella Venaria Reale, racconta di una storia di primo piano, leggibile su più livelli. La Reggia e il parco La Mandria, oltre a essere beni architettonici ed ambientali di prestigio, intersecano la storia del nostro Paese raccontando di personaggi che hanno fatto la Storia. Così il Borgo Storico, voluto dall’architetto Castellamonte per casa Savoia, è stato progettato come centro produttivo per la lavorazione della seta e, nel contempo, è rimasto come testimonianza di un’architettura sobria del Seicento. Come Amministrazione comunale siamo decisi a far emergere una politica culturale che sia in grado di raccogliere la forte identità storico, ambientale ed architettonica presente sul nostro territorio a favore di una maggiore conoscenza di quanto ci circonda e, nel contempo, volta ad innescare un processo economico e sociale che sia in grado di crescere sempre più», commenta il sindaco Fabio Giulivi.

Infatti, il progetto viene inserito in un contesto più ampio che ha come obiettivo la riqualificazione territoriale e rilancio culturale della città, di cui si sta occupando l'assessore alla Cultura, Marta Santolin: «Questo programma rappresenta un punto di arrivo e al tempo stesso un punto di partenza finalizzato, insieme ad altre iniziative, al rilancio della Città.  La promozione di attività culturali, di approfondimento e studio del suo patrimonio nonché della sua storia, rappresenta un primo passo verso la consapevolezza della ricchezza storico-ambientale propria del territorio. Inoltre, permette di attuare una collaborazione virtuosa con gli enti e le associazioni territoriali al fine di mettere in campo sempre maggiori risorse a disposizione dei cittadini. Tra questi l’Archivio Storico Comunale, quale patrimonio culturale, come definito dal Codice dei Beni Culturali. Grazie ad un progetto di riqualificazione urbana che vedrà la costruzione di un Hub della Cultura nella ex caserma Beleno lo stesso potrà essere valorizzato e fruito adeguatamente».

Per Ettore Maschio, promotore dell’Atelier della Storia venariese, Centro per lo Studio, la Conservazione e la Diffusione del Patrimonio Immateriale Locale, costola nata in ambito Pro Loco, «Il programma che presentiamo ha lo scopo di approfondire e far conoscere la storia locale. Negli ultimi venti anni molto si è scritto sulla Reggia e poco sulla Città di Venaria Reale, nonostante ci siano diverse storie da raccontare. L’Atelier della Storia venariese, per meglio assolvere al suo scopo, si avvale di un gruppo di “studiosi locali”, persone culturalmente preparate, dotate di conoscenza del territorio cittadino e di esperienze nelle pubblicazioni».

Silvia Iannuzzi