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Una cerimonia toccante per ricordare un uomo che ha fatto la storia di Venaria: Gino Vanzi.

Questa mattina, la Reale ha ufficialmente dedicato alla figura di Vanzi la sala mostre di via Mensa 34, attuale sede della Pro Loco di Altessano e Venaria.

Ma chi era Gino Vanzi? Nato a Volterra nel 1921, approdò nella Reale quando venne richiamato alle armi: era stato assegnato al V Reggimento Artiglieria di Campagna che era di stanza proprio all’interno della “vecchia” Reggia.

La sua passione per la politica lo portò a prendere la tessera del Partito Comunista Italiano, quando ancora era parrucchiere, per poi diventare libraio.

Nel 1956, divenne consigliere comunale e, ancora, assessore alle Finanze e vicesindaco.

Era a tutti gli effetti un rivoluzionario, un visionario politico - come pochi altri in questa città - parlando di piste ciclabili. E, ancora, dando vita al «Coordinamento Venariese Tutela Ambiente e Beni Culturali», insieme a Celestino Massari e a Gianfranco Falzoni. L’obiettivo, come si evince dal sito dell’Avta (che negli anni ‘70d divenne una Associazione Protetta a Tutela Ministeriale), era quello di «aggregare persone fisiche, enti pubblici e privati, sodalizi e associazioni con l’intento comune di diffondere e realizzare attività per la tutela e difesa del Complesso Venaria».

Quel Coordinamento che ben presto divenne «Avta-Associazione amici della Reggia di Venaria».

È l’inizio di un processo che portò alla riqualificazione dell’attuale polo museale che, purtroppo, lui non vide mai completarsi proprio a causa della sua morte, avvenuta a febbraio 2001.

Questa mattina, alla presenza dell’Amministrazione Comunale, nella sala a lui dedicata, oltre al taglio del nastro, si è tenuta una breve cerimonia di ricordo, che si è poi conclusa con lo svelamento, in piazza della Repubblica, sotto alla «Torre dell’Orologio», di una targa ricordo per quell’uomo che, più di tutti, volle dare vita al progetto di riqualificazione della Reggia.

"Vanzi, alla pari di Falzoni, ha ridato linfa alla Reggia. Un uomo che aveva una visione, che aveva a cuore questo bene e quel sogno l'ha custodito fino all'ultimo", commenta l'assessore Marta Santolin.

"Vanzi raccontava ai noi giovani la Reggia. Ci diceva che sarebbero tornati i Ministri, i Presidenti della Repubblica, il trenino e i Giardini. Aveva ragione. È sempre stato un precursore e un uomo che ha sempre agito per unire", commenta Andrea Scaringella, responsabile della comunicazione della Reggia di Venaria.

"Gino era un uomo di azione e di cultura. Da barbiere a libraio a custode del Castello. Ci eravamo conosciuti quando lavoravo da mio zio in tipografia. Era un convinto comunista dell'epoca. Era piacevole sentirlo parlare. Era rassicurante. Quando andai a trovarlo per la revisione della tassa sulla famiglia, portai una serie di cambiali. E lui capì e mi stornó qualcosa", ricorda l'amico Gianni Segato.

"Quattro anni fa, alla precedente amministrazione comunale, chiedemmo a gran voce questa intitolazione. Grazie per quello che ha fatto l'attuale amministrazione comunale per dare dignità a Vanzi. In questa sala sono stati organizzati oltre 150 eventi. E ora vivrà ancora meglio, perché da oggi si citerà, per sempre, il suo nome in ogni occasione", ricorda Claudio Macario, presidente della Pro Loco di Altessano e Venaria. 

L'intitolazione della sala a Gino Vanzi prende vita grazie ad una mozione del gruppo Venaria Riparte, con primo firmatario Andrea Accorsi, e poi votata all'unanimità dal consiglio comunale: "Era doveroso ricordare un uomo come Gino Vanzi, importante figura per la Reale. Abbiamo messo una toppa, visto che sono 21 anni che Vanzi non è più qui tra noi ma nessuno aveva deciso di ricordarlo come si doveva", sottolinea Accorsi.

Per il sindaco Fabio Giulivi, intervenuto a conclusione della manifestazione, "Oggi vediamo i turisti e le persone che si meravigliano e si complimentano per questo polo museale. Uno dei dieci più belli a livello nazionale, patrimonio dell'Unesco. La Reggia, però, non è sempre stata così bella. Era una caserma, è stata poi abbandonata a sé stessa. E abbiamo rischiato anche di vederla abbattuta, per costruire case popolare. Ma è proprio grazie a persone come Vanzi e Falzoni se 15 anni fa la Reggia è tornata ad essere un vanto. Per la città, per il Piemonte, per l'Italia. Perchè ora è diventato un punto di riferimento culturale a livello internazionale". 

Alla Città è pervenuta anche una lettera del figlio di Gino Vanzi, Mauro: "Voglio ringraziare l'Amministrazione Comunale per questo gentile encomio per la figura di mio padre, persona molto impegnata per la città e soprattutto nel preservare e promuovere la Reggia, da lui tanto amata. Era un tema a cui era tanto legato, alla pari dell'ambiente e dei giovani: senza, non ci sarebbe futuro".

Silvia Iannuzzi