Dopo la prematura scomparsa di Alberto Vanelli, la Reggia e tutta Venaria dicono addio all'uomo che letteralmente salvò il polo museale: Gianfranco Falzoni.
Malato da tempo, aveva 91 anni. È morto oggi, martedì 28 marzo 2023.
Fu proprio grazie a lui e ad un'altra pietra miliare, come Gino Vanzi, se la Reggia, oggi, può essere ammirata da tutti ed è uno dei dieci musei più visitati di tutta Italia.
Falzoni per anni è stato il gestore del bookshop della Reggia nonchè presidente dell'Avta, l'Associazione Venariese Tutela Ambiente.
Nel 1958 ne aveva impedito l'abbattimento quando la Città voleva "liberarsene" per fare case.
"Vanzi mi chiese di parlare con un mio paziente (Falzoni era medico), ovvero il Soprintendente Umberto Chierici. E ci riuscimmo. Perché lui parlò a Giovanni Spadolini, con quest'ultimo che ci spronò a dare vita all'Avta. E così ottenemmo la gestione della Reggia", ricordava in ogni intervista.
L'Avta era nato come il "Coordinamento Venariese Difesa Beni Culturali e Qualità della Vita". Fin dall'inizio, come spiega la Reggia, «si identificò come movimento di opinione spontaneo al fine di salvaguardare il Borgo cittadino e la Reggia da ogni ipotesi di destinazione d’uso non conservativo dell’intero complesso. In un arco temporale di oltre trent’anni l’A.V.T.A., grazie alla dedizione di Falzoni e all’impegno costante dei volontari, ha impedito la distruzione e l’abbandono della Reggia, ridotta negli anni '60 a rudere e oggetto di atti di vandalismo».
Per anni Falzoni e i suoi volontari organizzarono eventi e visite guidate e, anche, piccole manutenzioni per evitare che la Reggia diventasse sempre più un "inutile rudere".
Nel 1990, poi, il primo cantiere. E, il 22 giugno di quello stesso anno, l'apertura al pubblico del "Castello", come veniva chiamato all'epoca.
Era il preludio a quanto accadde nel 1996 e nel 1997 con Walter Veltroni ed Enzo Ghigo, due politici agli antipodi ma che avevano a cuore la cultura. Tutti e due si misero di impegno per trovare i fondi necessari all'apertura del vero grande cantiere per il restauro di tutta la Reggia e dei suoi Giardini.
Non ancora rese note data e luogo delle esequie e della camera ardente.
(Foto archivio Avta)