Un 25 aprile senza corteo, ma Venaria resiste. Sì, perché quest’anno, la Festa di Liberazione è senza strette di mano, senza la sfilata, senza la musica, senza cittadini a causa dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus.
Ma la Città di Venaria e la sezione Anpi cittadina sono riuscite lo stesso a organizzare una cerimonia con grande stile, rievocando lo stesso lo spirito di Liberazione di 75 anni fa.
Per render omaggio ai Caduti è stata deposta una corona d'alloro in piazza Vittorio Veneto, alla presenza del commissario straordinario Laura Ferraris, del presidente dell’Anpi, Carlo Iandolino, del comandante della polizia locale, Luca Vivalda, del parroco di Santa Maria, don Enrico Griffa e con i rappresentanti dei Bersaglieri, Alpini e Associazione Nazionale Carabinieri, tutti con il loro gonfalone.
Davanti al municipio, inoltre, qualcuno - non si sa chi - ha affisso diverse ore prima le fotografie dei partigiani venariesi, con in testa “Mirto”, ovvero Andrea Mensa, e tutti i componenti della “II Divisione Garibaldi” che con lui hanno combattuto durante la resistenza nelle Valli di Lanzo.
Un’altra corona d’alloro è stata deposta in largo Garibaldi dall’Anpi cittadina nel monumento dedicato proprio ai partigiani venariesi.
L’Anpi e il video “Bella Ciao Staffetta a distanza”
Se a livello nazionale l’Anpi ha indetto l’iniziativa di esporre il tricolore e cantare “Bella Ciao” dai balconi, la sezione cittadina ha deciso di andare oltre, realizzando il video “Bella Ciao Staffetta a distanza”, in cui piccoli concittadini e famiglie cantano “Bella Ciao”, il famoso inno che ha caratterizzato il periodo della Resistenza e della Liberazione.
Un collage di audio e video per una sorta di staffetta. “Un modo per unire, in un unico canto, tante voci diverse - spiega Francesca Marzano, componente del diretto Anpi cittadino - Un bel canto di unione in questo periodo di distanze imposte. Non sarà come cantare tutti insieme al corteo, ma sarà comunque un omaggio ai nostri partigiani venariesi e a quello che hanno fatto per liberarci dalla dittatura nazi-fascista”.
Il discorso del commissario straordinario Laura Ferraris
Il 75° anniversario della Festa della Liberazione dal nazifascismo, che oggi commemoriamo in forma adeguata alle norme restrittive in materia di celebrazioni pubbliche, assume un valore, se possibile, maggiore in questo momento in cui l’intero Paese vive un’emergenza epidemiologica, che stiamo affrontando con tutte le forze a disposizione, scientifiche, economiche e psicologiche, e dalla quale, grazie all’impegno di tutti, e alla solidarietà e senso civico di un intero popolo, confidiamo di uscirne presto.
Si possono cogliere alcune analogie con il periodo della Resistenza. Anche oggi, come allora, ci troviamo limitati nelle nostre libertà e insieme a combattere un nemico oggi inedito e invisibile, ma non per questo meno insidioso, di fronte al quale dobbiamo dimostrare di essere uniti, solidali e consapevoli che il benessere dell’uno dipende dal senso di responsabilità e di solidarietà dell’altro.
Siamo qui oggi a ricordare che dall’Armistizio dell’8 settembre 1943 iniziò la Resistenza e un grande tributo di sangue fu pagato per riconquistare la Libertà contro la barbarie nazifascista, fatta di violenza, arresti e deportazioni.
Il 25 aprile di 75 anni fa segnò la fine del conflitto e la rinascita del Paese con la scelta repubblicana del 2 giugno 1946 e la promulgazione della Costituzione il 1° gennaio 1948. In proposito, Sandro Pertini, nel 40° dalla promulgazione della Carta Costituzionale, scrisse: «Essa rappresenta non soltanto la legge suprema del nostro ordinamento, ma la guida sicura per realizzare una società sempre più giusta e più libera, quale la vollero gli uomini e le donne che fecero la Resistenza. Questa Costituzione, dunque, è un muro maestro della nostra convivenza nazionale: essa va attuata, e non discussa, nel suo spirito prima che nella lettera, perché il popolo italiano, come disse Calamandrei, l’ha cementata con le sue lacrime e il suo sangue».
La nostra Costituzione rimane faro della Repubblica, nata dalla Resistenza, dai drammi della guerra, quale negazione delle libertà e rinuncia alla giustizia, una prevaricazione dei violenti sugli altri.
Nel commemorare la ricorrenza, in questo infausto inizio del 2020, la Città di Venaria Reale ha deciso di celebrare, ma in maniera estremamente sobria, nel rispetto delle regole sulla sicurezza sanitaria in vigore.
Con le parole della memoria e con i gesti: una corona d’alloro deposta simbolicamente al monumento in piazza Vittorio Veneto, in ricordo dei caduti, spesso giovanissimi, protagonisti delle tante battaglie, avvenute anche nelle nostre vicine Valli di Lanzo, in montagna, in campagna, come sul nostro territorio, per non dimenticare cosa è stato, per non sottovalutare cosa potrebbe essere, per continuare a preservare e avere sempre in primo piano, i valori contenuti nella nostra Carta Costituzionale.
Valori concreti, che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi. Valori alti che propongono una società di solidarietà, di rispetto e riconoscimento dei diritti del lavoro, delle libertà individuali e collettive. Di pace e giustizia sociale. Una Costituzione moderna, che pone al centro l’uomo e la sua vita. Con le presenze ammesse dai provvedimenti restrittivi legati all’emergenza sanitaria, in rappresentanza di tutte le autorità pubbliche, della cittadinanza e delle associazioni partigiane e combattentistiche, al suono del Silenzio, rendiamo omaggio ai giovani caduti per la Resistenza: tra le vie cittadine in loro memoria, se ne contano circa 30.
Giovani come Andrea Mensa, Aldo Picco, Primo Barbicinti, Giuseppe Paganelli, Don Giovanni Sapino, Gaetano Amati, Romolo Tessarin, solo per citarne alcuni. Giovani, di cui quotidianamente citiamo i nomi, intrisi di una vita che continuiamo a tramandare, grazie al continuo ricordo scandito dalle nostre labbra. Lotte e battaglie, spesso pagate con la vita, di cui noi tutti beneficiamo ora, con un valore che più si distingue tra
gli altri: la libertà. Una libertà diversa da quella attuale, una libertà che è speranza, nonostante il dovere di restare a casa in questi giorni di emergenza epidemiologica che coinvolge l’intero pianeta. L’auspicio è che il 25 Aprile di oggi sia monito e speranza per noi tutti".
Il 25 aprile il Pd e la coalizione che sostiene Rossana Schillaci lo celebra con foto e video
“Sarà una festa diversa e non potremo ritrovarci come sempre in piazza, nelle strade, presso il monumento dei Caduti. Ma quello che non si potrà mai trascurare è la celebrazione di una ricorrenza tanto importante - commenta la candidata a sindaco Rossana Schillaci - Quest’anno non possiamo organizzare l’iniziativa “Il fiore del Partigiano” ma sarà lo stesso occasione di speranza e coraggio, soprattutto vista l’emergenza in atto. Non è una celebrazione divisa, come alcuni vogliono dire, ma è la data che ci ha permesso di essere donne e uomini liberi”. Il Pd, inoltre, ha realizzato un breve video per l’occasione, oltre a realizzare una foto collage con componenti dell’intera coalizione che tengono in mano un cartello con strofe di “Bella Ciao” in diverse lingue.
Il 25 aprile per il Progetto Civico del candidato Alessandro Brescia
“La coalizione Progetto Civico per Venaria celebra la Festa di Liberazione dalla dittatura nazifascista: festa nazionale di tutto il popolo italiano. Riconosciamo nel 25 Aprile 1945 la data culmine della Resistenza, nonché l’avvio del periodo storico fondante l’Italia democratica e repubblicana conclusosi il 1° gennaio del 1948 con l’entrata in vigore della Costituzione.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati”. Questo il monito di uno dei padri costituenti, Pietro Calamandrei.
E noi non possiamo non ricordare come nel 2007 la nostra città sia stata insignita della Medaglia di bronzo al Merito Civile in quanto “Importante centro per la presenza di stabilimenti di produzione bellica, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, fu sottoposto ad attacchi aerei che causarono vittime civili e danni alle strutture industriali. Il popolo di Venaria partecipò con un elevato numero di suoi cittadini alla Resistenza ed offrì numerosi esempi di generoso spirito di solidarietà in favore delle persone bisognose, procurando loro cibo e vestiario”.
E il ricordo di quei partigiani sopravvive ancora oggi nei nomi delle tante strade che portano il loro nome.
Infine, desideriamo ringraziare l’ANPI che con le sue iniziative ha il merito di alimentare e tenere viva la memoria di ciò che è stato affinché più non si ripeta, anche coinvolgendo le nuove generazioni, verso cui tutta la nostra comunità ha il dovere civico di trasmettere i valori fondamentali di libertà, uguaglianza e solidarietà così come garantiti dalla Carta. Viva l’Italia. L’Italia tutta intera”, affermano Alessandro Brescia, Pino Capogna, Flavia Boggiatto e Franco Izzo.
Silvia Iannuzzi