Questa mattina, lunedì 18 gennaio 2021, sono tornati in classe gli studenti del liceo Juvarra di Venaria. 

A oggi, la metà degli studenti di ogni classe ha potuto svolgere le lezioni in presenza, anche se il Comitato Tecnico Scientifico, dopo l’incontro urgente con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha aperto al ritorno in classe fino al 75%: staremo a vedere se verrà attuata questa proposta. 

Già all'inizio dell’anno scolastico, il dirigente scolastico Mario Rignanese aveva lavorato affinché i suoi studenti potessero rientrare in sicurezza: orari scaglionati, turni da rispettare e riduzione del numero di studenti in classe. Dove la didattica a distanza aveva un ruolo non primario. E questo nonostante l’aumento del numero di iscritti: il liceo ha chiesto e ottenuto degli spazi nel centro di incontro Iqbal Masih di via Buozzi.

Adesso si torna in classe, ma la preoccupazione tra gli studenti e tra i rappresentanti d’istituto continua ad essere molto forte. Il tema principale è quello dei trasporti: “Siamo preoccupati per i nostri compagni di scuola che arrivano dalle Valli di Lanzo, da Borgaro e Ciriè. Nel tratto Torino-Ceres  c'è soltanto un treno che li accompagnerà alle 7.50 e i ritardi sono troppi. Si creeranno sovraffollamenti e dovranno scendere alla fermata della stazione di viale Roma, dove dovranno attendere l’11 per arrivare al liceo. Abbiamo paura che si crei una situazione come a Susa. Il nostro nuovo preside, così come fece l’ex dirigente Vincenzo Salcone, ha lavorato in maniera ottimale per garantire un rientro perfetto e in sicurezza, ma sono sforzi che andrebbero persi se la nostra sicurezza non fosse garantita dall’esterno”, spiegano i rappresentanti d'istituto Dario Pio Muccilli e Daniele Milan.

E quale potrebbe essere la soluzione? “Implementare i mezzi, perché non dimentichiamoci degli studenti che arrivano da Druento, ad esempio. La dad non è da demonizzare, ma non può essere l’unico modo per poter apprendere. E lo capiremo bene fra uno o due anni. Penso agli studenti di prima o seconda, che quasi certamente avranno lacune, create dalla dad stessa. E’ anch’essa da integrare, da migliorare: come fanno, ad esempio, gli studenti in malattia o in ospedale, a seguire le lezioni in tempo reale? Dobbiamo pensare anche a questi aspetti”.

Silvia Iannuzzi