A partire da inizio anno 341 sono stati gli incendi boschivi verificatisi in regione Piemonte di cui 143 solo in provincia di Torino.

 Incalcolabile il danno ambientale al patrimonio boschivo nazionale ed al delicato ecosistema delle valli torinesi, elevatissimi i costi a carico della collettività per garantire il funzionamento della macchina dello spegnimento che ha visto coinvolti migliaia di uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco e del Corpo dei Volontari Aib, oltre all’indispensabile concorso dei mezzi aerei; innumerevoli gli interventi di canadair ed elicotteri per centinaia di ore di volo al fine di domare chilometri di fiamme che hanno comunque devastato estese superfici boscate e pascoli.

Nei comuni di Val Della Torre, Givoletto, Cafasse, Valperga, Corio, Giaveno, solo per citarne alcuni, sono andati in fumo centinaia di ettari di bosco, senza contare il rischio a cui è stata sottoposta la popolazione - in diversi casi si è proceduto all’evacuazione di abitazioni - oltre all’incolumità delle squadre di spegnimento e dei piloti stessi che hanno operato con grande spirito di abnegazione. 

Da questi incendi ne è scaturita una attività investigativa da parte dei carabinieri Forestali e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale, che hanno permesso di capire come fosse doloso l’incendio dello scorso 11 marzo tra Val della Torre e Givoletto.

Dalle immagini acquisite al momento di insorgenza da un sistema di videosorveglianza sono chiaramente visibili due distinte accensioni avvenute a breve distanza l’una dall’altra, a qualche minuto di differenza, chiara quindi la volontà di cagionare il maggiore danno possibile vista la presenza di vento forte e la persistente siccità. 

Al momento, però, non sono ancora stati individuati i responsabili, mentre per quello di Giaveno è stato trovato un uomo, residente ad Avigliana, subito denunciato.