Druento piange Umberto Meneghini, l’ultimo partigiano druentino. Aveva 95 anni.

Meneghini era nato nel 1924 in provincia di Vicenza, per poi trasferirsi giovanissimo a Collegno. Come scritto nel libro “La rinascita dell’Italia”, era poi approdato a Druento nel 1954, sposando Mariuccia Torreno.

Tra le sue grandi passioni, il biliardo: era definito da tutti come il più forte giocatore di Torino e provincia. 

Nonostante la chiamata alle armi nel 1943, nel Terzo Reggimento Alpini, l’8 settembre dello stesso anno arriva l’armistizio e “Berto” torna a casa. A novembre, però, parte per il Col del Lys, nella brigata partigiana del comandante Mario Neirotti di Rivoli. 

Il 6 aprile 1944, alla Mortera, sopra ad Avigliana, ecco l’agguato dei nazisti, con Meneghini colpito da una pallottola al collo, passandolo da parte a parte. I nazisti pensarono fosse morto: “Sono rimasto fermo a terra. Mi sono salvato così”, disse in una intervista propedeutica all’uscita del libro, voluto dall’Amministrazione Comunale e dall’Anpi.

I funerali questa mattina, nella chiesa del cimitero e poi nel tempio crematorio di Piscina. 

Meneghini lascia i figli Gianna e Dario, il genero Claudio, la nuora Milena, e i nipoti Roberto, Diego e Raffaella.