I campi nomadi di Collegno tornano al centro del dibattito politico. 

Il LabRom - un incontro tra attivisti, associazioni, organizzazioni, ricercatori, professionisti e operatori pastorali che ruotano intorno al tema rom e sinti nel nord Italia - ha fatto il punto della situazione sia su quello di Moncalieri sia su quello di Collegno.

Il confronto sulle strategie utilizzate dai territori per favorire l'approccio inclusivo si è svolto mercoledì 9 novembre in Città metropolitana di Torino con il convegno “LabRom. Laboratori sulla questione Rom in Italia” organizzato dall’Associazione 21 luglio.

La tappa torinese di LabRom, che si replica su scala nazionale in altre città metropolitane italiane, è stata un’occasione per confrontarsi fra amministrazioni pubbliche e organizzazioni sulle nuove strategie nazionali di  inclusione dei Rom e dei Sinti e sui diritti dell’infanzia e politiche sociali. 

Per quanto concerne Collegno, il punto della situazione sul superamento e sulla chiusura del campo della Berlia lo ha fatto l’assessore alle politiche sociali, Maria Grazia De Nicola, e la dirigente comunale Elena Acciari.

Le due rappresentanti dell'Amministrazione Comunale hanno spiegato che «una parte importante del lavoro ha riguardato la regolarizzazione documentale delle persone presenti nel campo nomadi: basti pensare che l’impossibilità di essere registrati all’anagrafe comporta l’esclusione da molti diritti civili e di accesso ai servizi pubblici».

Presente anche la consigliera della Città metropolitana delegata alle Politiche sociali e di parità, Valentina Cera, l’assessore alle politiche sociali, alle pari opportunità e alle politiche abitative del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, alcuni Comuni della cintura metropolitana da tempo impegnati sul tema con il rappresentante di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla e Alessandro Maiocchi dell’Asgi. Collegato online il referente dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Bortone.

«La Città metropolitana di Torino ha in agenda una riunione con alcune decine di Comuni per comprendere le singole e diverse problematiche locali, un primo passo - spiega la consigliera metropolitana delegata alle politiche sociali e di parità Valentina Cera - per una studio e una fotografia reale e documentata del nostro territorio. Le buone pratiche degli uni possono servire anche agli altri, ma una strategia globale su scala metropolitana è indispensabile per il superamento dei campi in una logica di cittadinanza diffusa. Non vogliamo discriminare, ma includere».