Il prossimo 21 luglio 2022 saranno 17 anni da quando Fabrizio Catalano, all’epoca ragazzo di 19 anni di Collegno, ha fatto perdere le sue tracce, mentre era intento a percorrere il sentiero francescano ad Assisi.
Mamma Caterina e papà Ezio non hanno mai smesso un solo istante di credere nel miracolo. Ovvero di sentire suonare il campanello di casa, aprire la porta e ritrovarselo di fronte, abbracciarlo e ricominciare a vivere. Perché da quel 21 luglio 2005 la loro vita per certi versi è finita. Nonostante siano diventati nonni da poche settimane.
Oggi, i genitori di Fabrizio si sono recati in tribunale, a Torino, presentando un ricorso affinché venga dichiarata la morte presunta del figlio. Un gesto forte. Forse il più brutto che possa decidere di compiere la famiglia di un parente scomparso. A maggior ragione quando di anni ne sono passati più di 16 e di telefonate e di segnalazioni prive di fondamento ne hanno ricevute troppe. Veramente troppe. Ed è anche per questo motivo che la famiglia ha deciso di mettere la parola fine. Anche se, come ha detto mamma Caterina, “La speranza è che chi abbia informazioni si faccia avanti”.
Fabrizio, studente al secondo anno di un corso di musicoterapia ad Assisi, era un ragazzo molto religioso. La sua scomparsa è avvenuta un mese prima delle vacanze che erano state prenotate con la famiglia e gli amici. Nei giorni successivi, i carabinieri avevano trovato nella sua abitazione il telefono cellulare e gli occhiali, indispensabili vista la sua miopia. I militari avevano trovato, nel sentiero di San Francesco verso Gubbio, una sacca bianca con dentro i suoi documenti. Sette mesi dopo, in quella stessa zona, la sua chitarra. E tutte le ricerche che Caterina e Ezio hanno fatto negli istituti religiosi italiani non hanno dato gli esiti sperati.