Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in Italia. Questa l'accusa mossa dalla Procura di Torino ai danni di nove persone di nazionalità peruviana.
Questa mattina, martedì 30 settembre 2025, la Guardia di Finanza di Torino ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino.
Le nove persone sono gravemente indiziate di aver favorito l’ingresso clandestino in Italia di oltre 150 connazionali.
Le indagini - condotte dalla Compagnia di Caselle Torinese, presso il locale scalo aeroportuale “Sandro Pertini” - hanno consentito di accertare un vero e proprio business, sviluppato dai predetti soggetti peruviani, titolari di agenzie di viaggio a Torino, attraverso la predisposizione di veri e propri “kit migratori” a favore di connazionali che avevano interesse a raggiungere l’Italia, per poi permanervi clandestinamente.
Nello specifico, l’attività criminale sfruttava accordi internazionali sottoscritti tra l’Unione europea e la Repubblica del Perù che, allo scopo di snellire le procedure di ingresso dei cittadini peruviani nei paesi dell’Unione - limitatamente a soggiorni di durata inferiore a 90 giorni - ne prevedono l’esenzione dal visto.
Il modus operandi, finalizzato a camuffare l’ingresso in Italia, per motivi “turistici”, di cittadini peruviani che, in realtà, permanevano definitivamente nel nostro Paese, si sostanziava nell’acquisto di biglietti a tariffe agevolate a cui faceva seguito la compilazione e sottoscrizione delle c.d. “carte di invito”, ossia “dichiarazioni garanzia e/o alloggio” comprensive di false assicurazioni sanitarie (che indicavano, in molti casi, quali soggetti ospitanti, uno tra gli indagati), nonché in prenotazioni di voli di ritorno “fittizi”, poi annullate, che servivano esclusivamente a superare i controlli degli Uffici immigrazione alla frontiera.
Gli indagati fornivano, inoltre, ai migranti un vero e proprio vademecum circa i comportamenti da adottare in caso di controlli da parte degli Organi preposti, nonché itinerari e prenotazioni falsi utili per sostenere la finalità turistica del proprio viaggio.
Tali condotte hanno portato alla contestazione del reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina in capo ai 9 soggetti di nazionalità peruviana, ritenuti responsabili di aver promosso e organizzato il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato utilizzando servizi internazionali di trasporto e documenti falsi, contraffatti o alterati.