La Città metropolitana di Torino ha recentemente fissato i criteri per l’organizzazione dei corsi di formazione in materia di falconeria, una vera e propria arte applicata all’addestramento di rapaci specializzati nella cattura di altri volatili.

Una pratica a dir poco basilare per garantire la sicurezza in contesti particolarmente delicati, come le piste di decollo e atterraggio degli aerei.

«Nei contesti aeroportuali, in cui sono presenti importanti popolazioni di storni, gabbiani, piccioni, corvi e passeracei, i motori a reazione degli aerei possono risucchiare al proprio interno numerosi uccelli. Oltre a comportare la morte di centinaia di volatili, il fenomeno del bird strike può provocare il blocco dei motori, mettendo seriamente a rischio i decolli e gli atterraggi - sottolinea il Consigliere metropolitano delegato all’ambiente e alla tutela della fauna, Alessandro Sicchiero - a Caselle come in altri aeroporti italiani operano esperti falconieri, i cui rapaci addestrati allontanano gli uccelli che potrebbero causare problemi ai velivoli. Il regolamento che abbiamo adottato recentemente garantisce che i corsi per i falconieri potranno essere organizzati solo da enti di formazione accreditati presso la Regione Piemonte o da associazioni formalmente costituite, che perseguano tra le proprie finalità istitutive un interesse specifico nella falconeria. Essendo istituzionalmente competenti per la tutela della fauna, dobbiamo assicurarci che chi organizza tali corsi abbia a cuore la gestione e il benessere degli animali allevati, la crescita professionale e l’aggiornamento dei detentori di rapaci».

I corsi che potranno essere organizzati sotto la vigilanza della Città metropolitana di Torino devono avere una durata di 40 ore, di cui almeno 20 costituite da prove pratiche. Le materie di studio sono la normativa di riferimento, la biologia e l’ecologia dei rapaci (sistematica, stato di conservazione, etologia, ciclo biologico, fenologia), il riconoscimento della specie, le tecniche base di addestramento e di allevamento, la corretta gestione igienico-sanitaria dei soggetti, il benessere animale, le esigenze ambientali e alimentari. Le singole lezioni teoriche devono avere una durata non superiore alle 3 ore consecutive e una frequenza almeno bisettimanale. Per le lezioni pratiche all’aperto vengono conteggiate 4 ore continuative per la mezza giornata e 8 ore continuative per l’intera giornata, escludendo dal conteggio i tempi occorrenti ai trasferimenti. Per ogni corso è previsto un registro delle presenze dei docenti e degli allievi che, al termine della formazione, dovrà essere consegnato all’Unità specializzata Tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino per la conservazione agli atti d’ufficio. Ogni singolo corso deve essere tenuto da un minimo di tre a un massimo di sei docenti qualificati, di cui almeno uno laureato in scienze veterinarie, o naturali, o biologiche ad indirizzo faunistico.

Enti e associazioni interessate all’organizzazione e gestione dei corsi devono presentare una domanda all’Unità specializzata Tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, corso Inghilterra 7, 10138 Torino, telefono 011-8616935, e-mail infofauna@cittametropolitana.torino.it, allegando il programma del corso, la ripartizione delle materie, la durata, gli orari e le sedi in cui si terranno le lezioni teoriche e le prove pratiche. La Città metropolitana si riserva di attuare la vigilanza sullo svolgimento dei corsi tramite proprio personale.

Galleria fotografica

Articoli correlati