Importante innovazione nella Struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Rivoli. Da poco è infatti disponibile un dispositivo elettronico in grado di somministrare, in maniera programmata e personalizzata, dell'anestesia peridurale (e epidurale) alle partorienti, sotto il controllo dell’anestesista e del ginecologo.
L’apparecchio è alimentato a batteria e consente alla partoriente una relativa libertà di movimento, senza vincolarla a cavi elettrici per il funzionamento del sistema.
L’introduzione del nuovo sistema di somministrazione dell’anestetico, insieme alla collaborazione della struttura di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli, diretta da Michele Grio, consente di estendere sul territorio dell’AslTo3 l’offerta dell’anestesia peridurale, già disponibile presso l’Ospedale di Pinerolo.
In particolare, con oltre 800 parti all’anno (840 nel 2022), l'ospedale di Rivoli è uno dei punti di riferimento per le nascite sul territorio della Cintura di Torino.
Che cos'è l’anestesia peridurale (o epidurale)?
L’anestesia peridurale (o epidurale) è un tipo di anestesia locale, utilizzata in particolare per ridurre il dolore del parto, che si caratterizza per l’inserimento di un catetere di piccole dimensioni nella schiena, a livello della colonna vertebrale, e attraverso il quale è possibile somministrare farmaci anestetici. Il catetere può essere mantenuto per un tempo variabile, a seconda delle necessità della paziente, a patire da quando inizia il travaglio.
Come funziona il dispositivo elettronico?
Come spiega Gabriele Molina, direttore della struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Rivoli, "in accordo con il ginecologo, l’anestesista stabilisce la quantità di farmaco da utilizzare a ciascuna paziente, in base alle caratteristiche soggettive di altezza, peso e quadro clinico e ne programma l’infusione graduale attraverso il nuovo dispositivo. Durante il travaglio, la paziente stessa può intervenire variando le modalità di somministrazione, a seconda dell’intensità del dolore, pur rimanendo entro il limite massimo impostato dall’anestesista”.