A distanza di qualche giorno, la presidente della Consulta delle Donne di Borgaro, l’ex consigliera comunale 5 Stelle Cinzia Tortola, torna sul «caso» del post fatto da lei sulla Premier Giorgia Meloni. E lo fa per chiedere scusa.
In quella circostanza, Tortola aveva pubblicato un post su Instagram sulla «questione cortigiana», partendo dalle parole del segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.
Nel suo post, Tortola aveva condiviso la fotografia tratta dal dizionario di Google sul termine «cortigiana» e in cui è specificato come si tratti di una «donna di facili costumi», «etera» e «prostituta». Ma aggiungendo, in blu, come cortigiana, per lei, significhi «dama di corte».
Di qui una raffica di polemiche, con il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Marco Latella, che aveva chiesto le scuse e le dimissioni dall’incarico di presidente della Consulta.
Tortola, in una lettera, ha voluto spiegare la questione, chiedere scusa e mettere, una volta per tutte, un «punto» su questa vicenda:
«Sono molto dispiaciuta di quanto clamore e di quanta strumentalizzazione politica ci sia stata per il post da me pubblicato. Sono anche dispiaciuta e me ne prendo la responsabilità di aver pubblicato un contenuto che avrebbe voluto dare un’altra chiave di lettura del termine cortigiana ovvero dama di corte che nulla ha a vedere con contesti sessisti e offensivi nei confronti della donna. Non era assolutamente il mio obiettivo e mi rendo conto di quanto l'ambiguità delle parole possa prestarsi a varie interpretazioni.
Politicamente ho le mie personali posizioni, non lo nascondo, e le parole usate nei termini di dama di corte avevano un preciso significato di critica politica che non volevano toccare la persona in quanto donna ma il suo modo di interpretare il suo ruolo istituzionale.
Ma le mie personali posizioni politiche sono comunque opinioni personali che non c'entrano nulla rispetto al mio operato e impegno per la Consulta delle Donne, che è sempre stato e continuerà ad essere un impegno apolitico, appassionato e onesto. E chi mi conosce sa che ho sempre cercato di perseguire la coerenza e l’onestà intellettuale, senza altri fini.
Il rispetto per le Donne ,e non solo, il rispetto per le persone è per me un valore. Manipolare e stravolgere questo pensiero, a scopi politici, è comprensibile ma non è accettabile. lo non uso la Consulta per fare politica, anzi evito continuamente di superare questo confine, nonostante le inevitabili e intrinseche posizioni ideologiche che ognuna di noi può avere.
Pertanto ritengo inaccettabile l'accusa di essere, come sono stata titolata, indegna a svolgere il mio ruolo nella Consulta e non accetto lezioni moralistiche da chi è impegnato a difendere l'immagine della propria appartenenza politica. Ringrazio le persone che mi hanno sostenuta in questi anni e anche in questo momento, e che hanno dato e continuano a dare il loro impegno e la loro disponibilità nel portare avanti insieme gli obiettivi della Consulta.
E mi scuso, perché è giusto farlo, per aver generato questa "non voluta" situazione a ciò che rappresenta per tutte noi la Consulta per le Donne Borgaresi».