Dopo sei anni alla guida del Venaria Calcio, Domenico Mallardo ha deciso di dimettersi.

"Sei anni intensi, lunghi, fatti di passione, amore e presenza. Ogni giorno sono stato qui. Lascio con la morte nel cuore, sia chiaro. Lascio una società florida, rigogliosa, fiera, pulita, ordinata, con encomi dall'Agenzia delle Entrate per la corretta gestione economica. Con una scuola calcio d'Elite maschile e femminile, cinque squadre che giocano i torneri regionali e la prima squadra che vive da protagonista il torneo di Eccellenza. Siamo dei vincenti, con 350 atleti, dei quali il 60% è di Venaria, 60 dirigenti, 25 fra istruttori e mister, 20 addetti ai lavori. Di più non si poteva avere. Le mie dimissioni sono irrevocabili".

Le dimissioni vengono annunciate ieri sera, martedì 23 febbraio 2021, durante il video che il presidente ha girato nel suo ufficio per fare il punto sulla situazione e fare chiarezza su quanto accaduto nelle ultime settimane. In particolare sui nodi concessione della struttura e utenze non pagate. 

"Il Don Mosso è tra i migliori impianti a livello regionale. Tutte le migliorie che vedete sono state fatte tutte da noi. Senza mai ricevere un grazie o contributi. Abbiamo fatto tutto da soli, perché siamo una grande famiglia. Cosa abbiamo fatto? La caldaia, cambiato i fari, le docce, i seggiolini, gli spogliatoi, opere murarie, la nascita dello store, il Cervo fuori dai campi, i murales e molto altro ancora. Eppure neanche un grazie per quanto fatto in questi anni. Dal punto di vista sociale possiamo insegnare molto a chiunque. Abbiamo donato soldi a famiglie di Venaria in difficoltà, portato la spesa alle persone anziane durante la pandemia piuttosto che dato una mano all'Amatrice calcio, colpita dal terremoto", continua Mallardo.  

Il patron, poi, torna sulla questione campi e concessioni e su alcuni post apparsi su Facebook in queste settimane, anche da parte di politici: "Ho fatto fatica a non rispondere ad alcuni post sul caso Don Mosso e sul Venaria, che denigravano il nostro operato. Il terrore via social da parte di profili fake, da parte di ciaparat, non porta e non porterà mai a nulla. Chi ignora deve saper ascoltare. Cosa ha fatto la politica cittadina per lo sport negli ultimi 15 anni? Poco, molto poco. Bisogna essere seri e costruttivi per la comunità. Aiuti dalla politica non ne abbiamo mai avuti. Ci aspettavamo un grazie da tutti per quanto svolto sul territorio. Da sindaco, assessori e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. E invece nessun grazie".

Mallardo, a grandi linee, ricorda come la vicenda campi parta "nel 2016, con il bando del Comune per due campi, senza il campo C, che era attiguo. E, soprattutto, troppo oneroso, con obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria e senza contatori divisi correttamente. Nonostante le perplessità, lo vinciamo a settembre, a stagione in corso. A ottobre, però, apprendiamo dal Coni che le omologazioni dei campi erano scadute da ben due anni. Ma nonostante le pec del Coni al Comune, nessuno si era mosso per mettere una pezza o per rifarli. Il Comune non ci ha dato mai risposte alle nostre domande, tant'è che i costi per l'ottenimento delle proroghe sono state tutte a carico nostro. A febbraio 2017, firmiamo il contratto e diventiamo concessionari. Abbiamo sbagliato a firmare? Forse, ma se non lo avessimo fatto, tanti giovani sarebbero rimasti senza poter giocare. La situazione era grave, ma nessuno si è preso la briga di metterli a posto. E questo sarebbe bastato per rescindere il contratto: la ragione la avevamo noi. Nel 2019 chiediamo al Comune di accollarci le spese dei nuovi campi in cambio di un allungamento del contratto. Ci dicono che non è possibile. Poi, il Comune ci dice di aver trovato i soldi per rifarli a proprie spese ma la Giunta Falcone cade poche settimane dopo. E torniamo ad essere soli. Come sempre".

E arriva il capitolo bollette: "Morosi? No. Perché per esserlo devi ricevere le bollette e non volerle pagare di tua volontà. Noi abbiamo sempre pagato la Tari per i rifiuti le altre utenze no perché il Comune non ha mai mandato una bolletta. Avevamo anche chiesto lo scorporo delle utenze per quelle aree non di nostra competenza, alla pari di altri costi non imputabili a noi. Dopo una 40ina fra pec e mail normali, l'ufficio Patrimonio, con enorme ritardo, ci spiega che avevamo ragione. E come Enel Sole, nel 2017, avrebbe effettuato l'installazione del contatore per dividere le utenze. Peccato che nulla sia stato fatto fino all'arrivo della nuova amministrazione comunale, che un mese e mezzo dopo il suo ingresso effettuava l'installazione del nuovo contatore. Con la nuova amministrazione, arrivano le richieste di pagamento. Dopo alcune verifiche, paghiamo. Tutto. Fino all'ultimo centesimo. Dovremmo ricevere delle scuse da chi ci ha definito morosi. I fatti fanno sempre la differenza". 

Nelle scorse settimane, la società aveva inviato una pec con la richiesta di rescissione del contratto, in quanto troppo oneroso: "E' al vaglio dell'avvocatura comunale. Stiamo attendendo una risposta in merito. Se non verrà concessa, rimarremo qui fino al 2026, anno in cui scadrà la concessione".