I positivi, a oggi, venerdì 13 novembre 2020, a Venaria sono 506. Ovvero il 2% della popolazione venariese.

Per questo motivo, il sindaco Fabio Giulivi lancia un appello al buon senso.

«Inutile ribadire la pressione crescente sulle strutture sanitarie, con tutto ciò che ne consegue e che purtroppo è ormai cronaca quotidiana.

Si avvicina un nuovo week-end e l'appello che rivolgo a tutti è quello di rispettare scrupolosamente la normativa.

Domenica scorsa ho visto troppe persone in giro per via Mensa o in viale Buridani.

È inutile chiedere uno sforzo ai commercianti nel dover rimanere chiusi, rischiando di non riaprire più l'attività, se poi si continua ad uscire come nulla fosse, incuranti del momento che stiamo vivendo. Grida vendetta chiudere le scuole medie o superiori e poi vedere 15 o 20 ragazzi a bere birre sulle panche in piazza Don Alberione o in piazza Pettiti.

Il Dpcm prevede che all’interno della zona rossa è vietato ogni spostamento, sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi, ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità  (per esempio l’acquisto di beni necessari) o motivi di salute. Si può uscire per fare una breve passeggiata sotto casa, ma non per fare le "vasche in centro", come nelle meravigliose domeniche natalizie. Si sta approfittando troppo delle maglie larghe lasciate dal decreto.

Stiamo vivendo un dramma sanitario ed economico dai risvolti ancora non chiari del tutto.

Chiedo a tutti la massima responsabilità e serietà,  per cercare di mantenere comportamenti conformi alla normativa a tutela della salvaguardia propria e degli altri.

Informo inoltre che ho chiesto ai Carabinieri di Venaria e alla Polizia municipale un'intensificazione ulteriore dei controlli sul territorio proprio al fine di verificare il rispetto della normativa.

Sono il primo a voler tornare ad una vita normale, ma oggi stiamo vivendo una guerra contro un nemico invisibile.

Il contributo di ognuno di noi è fondamentale per tutta la sicurezza di tutta la Comunità  e soprattutto per evitare di allungare ulteriormente questa agonia».