C'erano gli amici di sempre e i colleghi del Cto ad accogliere il feretro di Maria Masi, l'infermiera 41enne uccisa dall'ex marito il 26 settembre scorso in un parcheggio di via Druento a Venaria.

I funerali si sono celebrati questa mattina, martedì 6 ottobre 2020, nella chiesa di Santa Caterina da Siena in via Sansovino a Torino, città doveva da qualche tempo viveva - assieme ai genitori - dopo la separazione da Antonino La Targia, ex commerciante di 46 anni, che non aveva accettato la fine della storia d'amore, decidendo di ucciderla prima di suicidarsi con la stessa pistola. 

La bara bianca era adornata di rose rosse, con tanti girasoli presenti sul sagrato della chiesa stessa, dove erano anche poggiati dei palloncini rossi, uno dei tanti simboli della lotta contro la violenza sulle donne.

A stringersi attorno ai familiari c'erano anche gli operatori della Croce Rossa e una rappresentanza del consiglio regionale, dove lavora la mamma di Maria. 

Durante la celebrazione, don Aldo Issoglio, parroco di Santa Caterina, e uno dei cappellani del Cto, hanno ricordato la figura di Meri, come da tutti veniva chiamata: "Cosa si può dire quando la vita di una donna viene spezzata in modo così crudele? Da quella stessa persona che, anni prima, aveva deciso di creare con lei una famiglia, dando vita anche a due figli. Non ci sono parole per lenire il dolore di mamma Anna, di papà Angelo e dei due figli di Meri. Nessuna". 

E don Issoglio rende noto un aneddoto di pochi giorni fa, quando la mamma di Meri è andata da lui per cercare conforto: "La mamma di Meri mi ha chiesto perchè Dio abbia permesso tutto questo. E' dai tempi di Caino e Abele che queste tragedie si ripetono. L'unica risposta la possiamo trovare contemplando Gesù in croce". 

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