Sono passati già sei anni da quel 14 agosto 2018, quando crollò il Ponte Morandi a Genova, con 43 persone morte.

Tra loro anche Andrea Vittone di Venaria, anche se da anni residente a Pinerolo. Con lui morirono anche sua moglie Claudia Possetti e i due figli di lei, Camilla e Manuele Bellasio. 

Come da tradizione, stamane, alle 11.36, la cerimonia a Genova, alla presenza del viceministro Edoardo Rixi e del sindaco di Genova, Marco Bucci. Con loro superstiti e parenti delle vittime. L'orchestra del Teatro Carlo Felice ha eseguito il «Requiescant in pace» mentre il minuto di silenzio è stato accompagnato dal suono delle sirene delle navi in porto e dalle campane delle chiese cittadine.

Tanti, però, i messaggi delle Istituzioni:  “Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti - ricorda il Capo dello Stato - tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese. Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l'efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto", così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Anche la Premier Giorgia Meloni è sulla stessa linea di Mattarella: "Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ci sentiamo un po' tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti. Quel Ponte ricorda alla nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario".

Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, parla di "ferite di quel disastro ancora aperte, così come saranno per sempre scolpite nella nostra memoria - ha aggiunto - le immagini di una città, Genova, spezzata in due e quel senso di incredulità e rabbia che tutti abbiamo provato in quei drammatici momenti. Questo giorno in cui rinnoviamo il dolore per i caduti, rappresenta anche una importante occasione per riflettere sull'eccezionale esempio di resilienza e impegno che ha portato alla rapida ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio. Un significativo segnale di riscatto per l'intera comunità nazionale. Una realizzazione frutto della straordinaria coesione di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, dell'impegno della società civile, delle imprese, delle maestranze e della straordinaria volontà di una terra che ha sempre dimostrato di saper superare difficoltà e avversità. La sinergia tra pubblico e privato ha offerto un modello di efficienza e determinazione".

Per il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, era una "situazione che poteva essere evitata. Grazie anche alla commovente capacità di reazione del popolo genovese, quel dramma, riuscì però ad unire una città, una regione e un intero Paese che, superando ostacoli, burocrazia e lentezze, portò alla costruzione in tempi record di un nuovo Ponte, diventato un modello ingegneristico nel mondo. Questa straordinaria opera infrastrutturale dimostra ancora oggi che, se tutti sono disposti a fare la loro parte, l'Italia ha tutti i mezzi necessari per rinascere nel nome dello sviluppo, del lavoro e dei Sì: è l'impegno che stiamo portando avanti".

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