Primo giorno di apertura al pubblico e subito sciopero da parte degli addetti ai servizi di accoglienza della Reggia.
Il dodicesimo giorno di stop nel corso degli ultimi mesi, proclamato dall'Usb (Unione sindacale di base), ha visto l'adesione di oltre il 60% dei lavoratori, anche se le ripercussioni in termini di disagi per chi è andato a visitare il complesso museale sono stati pressoché ridotte al minimo.
I lavoratori, così come si legge nel volantino distribuito all’ingresso, rivendicano in primis un salario dignitoso: “Hanno abbassato contemporaneamente le paghe orarie, i diritti normativi e le ore di lavoro per tutti i 94 addetti del complesso museale - attacca il sindacalista Enzo Miccoli - C’era alle porte una crisi che vedeva come necessaria questa operazione di “sforbiciata” a partire dal basso? Perché proprio nell’anno del taglio, il Consorzio ha festeggiato il milionesimo visitatore, record dall’apertura del complesso, mentre il peso, enorme, delle necessità di bilancio, come viene sempre dichiarato, è stato scaricato sugli operatori in appalto. Il risultato è che ora, con stipendi che partono da 500 euro al mese, è assai duro parlare di stipendio dignitoso”.
Gli scioperanti e i sindacati chiedono “il recupero di condizioni dignitose per poter lavorare alla Reggia e garantirsi un reddito minimo vitale, anche a costo di scioperare ad oltranza”.