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Da ieri pomeriggio, sabato 7 maggio 2022, monsignor Roberto Repole è il nuovo arcivescovo di Torino e vescovo di Susa.

Classe 1967, nato a Givoletto, ma con un passato anche druentino, è lui il successore di monsignor Cesare Nosiglia. Docente universitario di Teologia sistematica, di Ecclesiologia e Ministero ordinato presso la Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale di Torino, dell'Istituto superiore di scienze religiose - ma anche nel biennio di specializzazione in teologia morale speciale - oltre che alla sede centrale della Licenza di Milano.

È stato ordinato prete il 13 gennaio 1992, dopo aver conseguito la maturità classica, nel 1986, al liceo Valsalice di Torino; il baccalaureato nel 1992 in Teologia presso la Facoltà di Torino; la licenza nel 1998 ed il dottorato in Teologia sistematica nel 2001 presso la pontificia Università Gregoriana in Roma.

Tra i tanti incarichi, Repole è stato presidente dell'Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019 ed è attualmente direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. 

Ieri erano presenti gli amministratori della zona, tra cui il sindaco di Druento, Carlo Vietti, e il sindaco di Givoletto, Azzurra Mulatero, così come il parroco di Druento, don Simone Pansarella. 

"Benvenuto don Roberto, da oggi nuovo Arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. Torino è una città che conosce bene, perché ci è nato, ma soprattutto perché qui ha compiuto le scelte fondamentali della sua vita, che l’hanno portato oggi alla più alta responsabilità pastorale per questo territorio. Torino è una grande comunità, generosa e partecipe, dove si sviluppano le vite e le attese di tanti giovani, di donne e uomini e di nuovi torinesi. È nell’essenza di Torino, accogliere per includere. Torino vive tutte le ansie di un territorio fragile, le preoccupazioni del futuro ma anche la straordinaria voglia di farcela. La Città di Torino e la Diocesi hanno sempre lavorato insieme per dare supporto a chi rimane indietro o si trova in uno stato di difficoltà. Ora dobbiamo, tutti insieme, gettare nuovi solide basi su cui costruire il futuro. Basi più solide, con al centro la solidarietà, la giustizia sociale, il lavoro e la capacità di generarlo. Buon lavoro, sarà certamente guida per i fedeli ma sarà anche esempio e riferimento per tutta la comunità", ricorda nel suo discorso il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. 

Il neo arcivescovo, nel corso del suo primo intervento con il nuovo incarico, ha parlato di giovani e delle sfide che la Chiesa deve affrontare. A partire dal fatto che non tutti sono cristiani, nonostante la maggior parte della popolazione lo sia.   

Immigrazione e multicuralità sono, secondo monsignor Repole, "delle opportunità, che ci permetteranno di crescere".  E, ancora, come sia "fondamentale il dialogo, per far crescere la Chiesa stessa, anche a Torino". 

Su di lui, ha detto, che non sarà "un vate. Non ho competenza in tutto, per questo motivo non parlerò di tutto. Chi ha le competenze parlerà a mio nome. Questo è il passo per non essere semplicisti". 

Al centro del suo messaggio ai fedeli e ai cittadini, c'è stato Gesù Cristo Risorto. E non è mancato un riferimento alla guerra in Ucraina: "La guerra è una sconfitta per l'umanità".

(Foto di Patrizia Ferrero e pagina Stefano Lo Russo sindaco di Torino)