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Nuovo sciopero da parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Postalcoop, la società che operava per conto di Poste Italiane, si trovano in forte difficoltà dopo l'operazione Epicentro della Guardia di Finanza.

Da oltre due mesi sono senza stipendio e non ci sono notizie di una possibile cassa integrazione.

Stamane, martedì 2 dicembre 2025, si è tenuto un flashmob davanti alla sede del Palazzo delle Poste e dei Telegrafi di via Alfieri 10 a Torino, alla presenza anche dei sindacalisti della Cgil.

«I pacchi di Opera Delivery e Nexive Network, società del Gruppo Poste Italiane, continuano a essere recapitati da qualcun altro. Anzi, a quanto pare Poste sta proprio in questo periodo assumendo persone con competenze analoghe, senza alcuna attenzione verso gli oltre 30 dipendenti rimasti a casa da un giorno all'altro», denuncia la consigliera regionale Alice Ravinale che ricorda come Avs porterà la questione a livello nazionale con un'interrogazione in fase di deposito da parte dell'onorevole Marco Grimaldi: «Poste Italiane non può lasciare senza risposte questi lavoratori, che si trovano a pagare per un sistema di sfruttamento nella logistica che andava avanti da anni e su cui stanno facendo luce gli inquirenti. Monitoreremo anche a livello regionale la situazione e chiederemo innanzitutto lo sblocco degli ammortizzatori sociali e la previsione di altre tutele per dare una prospettiva alle 36 persone che oggi hanno manifestato in via Alfieri, a partire dall'incontro che si terrà con il Consiglio Regionale giovedì 4 dicembre a Palazzo Lascaris».

Al flash mob era presente anche la consigliera regionale del Pd, Nadia Conticelli:

«Quella di Postalcoop è una situazione che sta mettendo in seria difficoltà decine di famiglie piemontesi e che solleva interrogativi sulla tutela dei lavoratori impiegati negli appalti e subappalti del settore logistico. Da settembre Postalcoop non ha più garantito lo stipendio ai dipendenti, trenta corrieri e sei impiegati sono rimasti a casa dal 19 settembre e sono ancora in attesa dell’accoglimento della richiesta per la cassa integrazione. È inaccettabile che a pagare il prezzo di un’inchiesta giudiziaria siano 36 lavoratori che hanno garantito ogni giorno fino allo stop imposto dalla cooperativa, la continuità delle consegne. Oltretutto la questione è destinata a non finire qui, perché Postalcoop ha anche altri committenti e si apre dunque la questione della responsabilità in solido tra committente e appaltatore, per questo chiederò alla Regione di accompagnare questo percorso con un confronto con tutti i soggetti coinvolti. È necessario un tavolo di confronto tra le parti sindacali e tutti i soggetti coinvolti, a partire da Poste affinchè si determinino con chiarezza le responsabilità e il percorso da seguire per i lavoratori Postalcoop. Peraltro Poste è in fase di assunzione di personale per la rete corriere e questi sono lavoratori già formati e specializzati».