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C'era davvero tanta gente al funerale del collega Fabio Artesi, morto il giorno di Natale a soli 56 anni a causa del maledetto Coronavirus.

Nella chiesa di San Paolo, in via Berrino a Torino, ai confini con la sua Venaria, si sono stretti attorno alla moglie Simona e alla figlia Sonia non solo il mondo politico cittadino, con in testa il sindaco Fabio Giulivi e la consigliera comunale Barbara VIrga - presente con il gonfalone della Città di Venaria - ma anche il mondo associativo. Con tanto di labari listati a lutto. A partire dalla Croce Verde all'Anpi, passando per Esercito, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Avis, Pro Loco.

Le "sue" associazioni, quelle che seguiva costantemente in qualità di collaboratore de "La Nuova Voce" prima e successivamente de "La Nuova Periferia". 

Tanti anche i colleghi delle diverse testate per le quali collaborava, anche concorrenti. Segno della stima e dell'affetto verso un collega cui non potevi non affezionarti e volere bene. Alla pari dei tanti amici, che non hanno voluto mancare in questo giorno così triste.

Con loro anche gli ex sindaci Roberto Falcone e Giuseppe Catania, i consiglieri comunali Alessandro Brescia, Andrea Accorsi, Rossana Schillaci, Giuseppe Arlotta. Gli assessori Paola Marchese, Monica Federico, Marco Scavone, Giuseppe Di Bella. Ex consiglieri come Ivo Dell'Amico, Mimmo Dellisanti, Maurizio Russo, Adolfo Cavallo. Ma anche l'assessore torinese Marco Giusta e il. Consigliere subalpino Antonio Fornari.

La celebrazione religiosa è stata officiata don Danilo Piras, parroco di San Lorenzo e di San Paolo, e da don Ezio Magagnato.

"Chi si mette al servizio della verità si mette al servizio della libertà del prossimo. Chiediamo al buon Dio che Fabio possa avere fatto questo", ha detto don Magagnato.

Sulle note di "Alta marea" di Antonello Venditti, il sindaco Fabio Giulivi ha ribadito come sia volontà dell'Amministrazione Comunale ricordarlo "come merita. Ma non con targhe, piazze o vie ma con atti concreti, di solidarietà. Sicuramente verrà fatta una mostra con le sue foto più belle. Il tutto in accordo con la famiglia: sarà lei a decidere come dovrà essere ricordato Fabio".

E don Magagnato lo ha omaggiato con la sua preghiera dedicata ai giornalisti.

Al termine, il feretro (che era stato scortato dalla polizia municipale) è uscito dalla chiesa - per raggiungere il tempio crematorio di Mappano - tra due ali di persone e sotto uno scrosciante applauso che pareva non finire mai. Perché ti volevano bene davvero in tanti, caro Fabio. Tu che amavi la riservatezza, per una volta fai uno strappo alla regola e accetta tutto questo affetto. Che ti meriti.