In concomitanza con le feste natalizie, l'arcivescovo metropolita di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, è venuto in visita, venerdì 7 dicembre 2018, a Venaria.
L'occasione è stata l'inaugurazione della mostra "Annunciazione e Natività: la maternità nelle opere e nella collezione di Ottavio Mazzonis", nella cappella di Sant'Uberto alla Reggia.
A porgere i saluti della città è stato il sindaco Roberto Falcone, con la presenza dell'assessore alla Cultura, Antonella Bentivoglio D'Afflitto, della presidente della Reggia, Paola Zini, e del suo direttore, Mario Turetta. Con loro anche il parroco di Santa Maria, don Enrico Griffa.
Presenti anche il curatore della mostra, Giovanni Cordero, e Silvia Piracchio, presidente della fondazione Ottavio Mazzonis.
I protagonisti erano anche i bambini della scuola Barolo, che hanno accolto Nosiglia con una filastrocca a tema natalizio. Ma non mancavano altre scuole del territorio, come le rappresentanze dell'Istituto Comprensivo 1 e 2, alcune classi del liceo Juvarra e della scuola alberghiera Formont.
Per i giovanissimi, Nosiglia ha voluto condurre una riflessione sul Natale, quale simbolo di accoglienza e speranza e su quanto possano essere importanti gli adulti nell'educare i giovani ed essere speranza stessa in un momento in cui non c'è lavoro.
Poi è stata la volta della lectio magistralis del professor Cordero sulle opere esposte in Cappella Sant'Uberto del maestro Ottavio Mazzonis. Quasi una vera e propria lezione universitaria, piuttosto lunga, che ha portato all'abbandono degli allievi e delle insegnanti presenti, visto ormai il sopraggiungere dell'ora di uscita da scuola.
Oltre alle scuole, i protagonisti sono stati il coro lirico Puccini e il coro Tre Valli di Venaria, che si sono esibiti proponendo canti lirici religiosi e canti popolari natalizi.
La mostra - organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude in collaborazione con la Fondazione Ottavio Mazzonis - raccoglie più di trenta opere a tema sull'annunciazione dell'artista figurativo contemporaneo e alcune facente parte della sua collezione. Da prestarsi da cornice è la sacrestia della Cappella di Sant’Uberto.
Silvia Iannuzzi