Il periodo estivo, soprattutto per i giovani, può diventare piuttosto problematico. Specie se non si ha la possibilità di poter andare al mare o in montagna, per divertirsi assieme agli amici o a coetanei.

E ne sa qualcosa un gruppetto che ogni giorno si ritrova nella tensiostruttura di piazza Giovanni Paolo II, a Mappano. Il principale luogo di ritrovo - più della centrale piazza don Amerano - dove si passano questi pomeriggi estivi. A ridere, scherzare e giocare.

Ma martedì pomeriggio, attorno alle 18.30, qualcosa è andato diversamente. E quelle risate, quegli scherzi e quei giochi si sono trasformati in attimi di terrore. Questo perché una residente, stufa di quel vociare, ha deciso di scendere in strada e affrontare quei ragazzi, tutti minorenni.

Come? A colpi di schiaffi e di bastonate, alle gamba e alle braccia.

Il motivo? <Ha dato loro la colpa di aver vandalizzato il Punto Smat, senza però avere alcuna certezza sul fatto che fossero stati davvero loro>, denuncia la sorella di uno dei ragazzi presi a schiaffi.

Un episodio denunciato attraverso i social, in particolar modo tramite le pagine Facebook dedicate alla neo cittadina.

E se nessuno dei ragazzi è dovuto ricorrere alle cure mediche ospedaliere, su Facebook è iniziato un duro scambio di opinioni fra gli utenti e fra i residenti. In molti hanno giudicato eccessivo il comportamento di quella donna. Altri, invece, l’hanno praticamente appoggiata, forse perché stufi di comportamenti analoghi avvenuti in altre zone di Mappano. 

Poche settimane fa, infatti, ignoti avevano ripetutamente vandalizzato dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Compresi quelli presenti nella scuola elementare. 

Gli stessi genitori, non appena hanno saputo quanto accaduto ai loro figli, hanno deciso di riunirsi per decidere il da farsi. Provando anche a suonare al campanello della donna, senza però ottenere alcuna risposta, nonostante nessuno di loro - come spiegano su Facebook - avessero cattive intenzioni ma solo la volontà di fare chiarezza su quanto accaduto e capire le motivazioni che avessero spinto la donna ad usare la violenza e non le parole. 

I genitori, assieme ai figli, si sono poi presentati poi dai carabinieri per fare un esposto contro la donna. 

<Alla violenza, per quanto ingiusta, non si risponde con altra violenza. Ma trovo giusto far ragionare e far capire gli errori commessi a entrambe le parti>, commenta un genitore.