In queste ore di terremoto politico, culminate con le annunciate dimissioni da segretario nazionale del Pd di Nicola Zingaretti, la base del partito ha iniziato ad esternare il suo pensiero in merito.
A partire da Mappano, dove il segretario cittadino, Angelo Previati, ha inviato una lettera allo stesso Zingaretti, al segretario regionale Paolo Furia e al segretario metropolitano Mimmo Carretta.
“Stiamo vivendo un difficile periodo storico, di fronte a noi abbiamo una situazione pandemica, accompagnata da una crisi economica e sociale spaventosa. La situazione richiederebbe nervi saldi e unità del partito nell'affrontare sfide che riserveranno nel bene e nel male un forte cambiamento del paese.
La lettera è il frutto della discussione che il nostro circolo ha sviluppato nell'assemblea degli iscritti on line, unico strumento disponibile per poterci confrontare.
Restiamo stupiti, dalle continue discussioni di posizionamento che avvengono tra i nostri dirigenti nazionali, in cui il merito sfugge a noi e ai cittadini. Noi non siamo interessati a queste diatribe correntizie, un giorno i sindaci, un giorno la sinistra, un giorno la destra, basta non se ne può più.
Il partito democratico va rifondato a partire dal territorio, se tutti questi bravi dirigenti constatassero lo stato di coma dei circoli, si renderebbero conto del danno che si fa quotidianamente con dichiarazioni che mirano solamente a mettere in discussione il segretario nazionale e le proposte avanzate in questi mesi di fronte alla realtà del paese.
Per quanto ci riguarda, nel nostro circolo non esistono correnti cristallizzate che combattono tra loro per la supremazia del "potere" ma ci si confronta con idee magari diverse ma con spirito unitario. Non sono stato eletto coordinatore ma segretario del circolo, già la parola coordinatore implica una situazione di gruppi organizzati all'interno del circolo. Siamo convinti che la stragrande maggioranza dei circoli abbiano la volontà di essere uniti e solidali.
Le cosiddette antenne a livello territoriale che servivano per avere il polso della situazione sono state via via sostituite dai social dove riversare le proprie idee in un confronto asfittico che non porta alla comprensione dei problemi ma solo alla legittimazione personale condivisa da gruppi di amici come vengono definite dai social stessi. Pensiamo che andare avanti in questo modo non serva al paese e a noi stessi.
Non rincorriamo i sondaggi, facciamo che il partito la smetta di essere schizofrenico. Il segretario nazionale avanzando proposte che tra l'altro riteniamo condivisibili sta compiendo il proprio dovere, considerando quello che avviene intorno a noi e che siamo al governo. Le proposte non sono condivise? Le si discuta nella direzione e poi nell'assemblea del 13/14 marzo.
Non rimpiangiamo il passato recente o chi ha guidato il partito riducendolo a poca cosa, andandosene per la sua strada solo per spaccare e non per costruire, qualcuno è nostalgico? Bene, ce ne faremo una ragione.
La nostra riflessione ci ha portato a sentirci ancora di più uniti perché senza una forza di sinistra e democratica, aperta, ovvero una comunità come la nostra, dovrebbe essere il vanto ai qualsiasi dirigente nazionale o locale che sia, sapendo di poter contare su migliaia di persone disponibili a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per costruire un paese più giusto e socialmente avanzato”.