L'impianto di teleriscaldamento a cippato di legno s'ha da fare. E lo dimostrano i cartelli apparsi in questi giorni tra via Di Nanni e via Ciamarella a Rivoli, che annunciano l'inizio del cantiere a "firma" Città Metropolitana con tanto di tempistiche e costi.
E dire che qualche mese fa, il sindaco Andrea Tragaioli, dopo aver annunciato l'accordo con Edison, aveva dovuto tirare il freno a mano viste le polemiche dei residenti e la mozione da parte di ben 13 consiglieri tra maggioranza e opposizione che non accettavano quel progetto.
E i residenti sono di nuovo sul piede di guerra e, un mese dal voto, è difficilmente gestibile per l'attuale maggioranza di centrodestra.
Eppure Tragaioli ha affidato la replica a un post social, in cui annuncia il ricorso: «Come si evince dalla foto che sta circolando in rete, i lavori sono stati predisposti dalla “Città Metropolitana di Torino” le cui decisioni vengono prese dall’attuale sindaco Lo Russo. Noi come città di Rivoli abbiamo esplicitamente espresso il nostro dissenso in merito, come è dimostrato dai seguenti documenti che trovate nei commenti. Faremo ricorso siccome nessuno ci considera al presidente della Repubblica per violazioni di legge».
La replica di Città Metropolitana fa chiarezza sui tempi del progetto
Città Metropolitana anche lei si affida ad una nota stampa per fare chiarezza sul cronoprogramma burocratico che ha portato all'avvio dei lavori: «A novembre l’Ufficio Urbanistica di Rivoli ha espresso un parere tecnico favorevole alla variante urbanistica per l’impianto di cogenerazione. Edison e il Comune hanno ratificato un accordo per la sua realizzazione. A giudizio della Direzione Risorse idriche e tutela dell’atmosfera della Città metropolitana appariva quindi più che evidente la volontà favorevole dell’amministrazione comunale. Essendo decorsi i termini assegnati per l’acquisizione degli assensi per il rilascio dell’autorizzazione e attesi ulteriori 30 giorni oltre a quelli stabiliti nel settembre dello scorso anno, concludendo il procedimento lo scorso 10 gennaio. La costruzione e l'esercizio degli impianti di cogenerazione di potenza termica inferiore ai 300 Megawatt, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dall'amministrazione competente e che costituisce la variante allo strumento urbanistico. L’espressione del Consiglio comunale deve avvenire entro il termine del procedimento e il mancato pronunciamento nei termini non è comunque vincolante: questo perché l’approvazione del progetto è quella che la normativa in materia definisce come una “variante automatica normativa”, purché gli elaborati presentati a corredo dell’istanza di autorizzazione siano completi come attestato dal Comune. Lo strumento urbanistico dovrà essere adeguato da parte del Comune, successivamente all’approvazione del progetto, alla prima variazione utile».