Sono le 10 del mattino in piazza del Municipio a Collegno. È un mattino di agosto: molti negozi chiusi, Palazzo Civico aperto, qualche bar che non ha abbassato la serranda per venire incontro ai tanti collegnesi rimasti qui in questo torrido mese.
Anna Lupo e Francesco Longhitano si trovano seduti in una delle panchine della piazza. A un certo punto, Francesco si alza in piedi e inizia a urlare: «Mi hai rovinato la vita». E poi quattro colpi a distanza di qualche secondo l’uno dall’altro. Tre verso di Anna, che è stata colpita al collo e all’addome. Uno su sé stesso, togliendosi così la vita. Colpi sparati da una revolver Smith&Wesson che al momento non è chiaro se fosse detenuta legalmente da Longhitano.
Tutti, sulle prime, sentendo quegli spari, hanno pensato ai soliti «teppistelli» che non perdono occasione per sparare petardi e mortaretti.
Ma qualcuno esce dal bar e si affaccia in piazza e vede i due corpi a terra e decide di chiamare il «112»: «c’è un uomo a terra, sembra morto. Accanto una donna, sembra essere ancora viva».
E così in piazza del Municipio arrivano i carabinieri della Compagnia di Rivoli e della stazione cittadina per tutti i rilievi del caso. Con loro anche il personale sanitario 118 che, a lungo, hanno rianimato la donna, prima di riuscire a stabilizzarla e a portarla al vicino ospedale di Rivoli dove è poi morta attorno alla mezza: troppo gravi le ferite riportate.
Per Longhitano, invece, il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Fino al primo pomeriggio, poco prima delle 15, il piazzale è stato completamente chiuso e sorvegliato anche dagli agenti della polizia locale fino a quando il pm della procura di Torino non ha dato il «via libera», anche dopo tutti i rilievi dei militari del Reparto Investigazioni Scientifiche.
Al momento, la tragedia sarebbe da ricondurre allo stato depressivo dell’uomo, che aveva deciso di legarsi sentimentalmente con Anna da qualche tempo, dopo che la donna era rimasta vedova.
«Questa mattina era venuto come sempre a prendere la spremuta, offrendo caffé e brioche al signore che solitamente vende fuori dal supermercato. Come era Francesco? Un uomo che non dava troppa confidenza ma era sempre gentile. Siamo senza parole: non pensavamo potesse arrivare a tanto», dicono dal «Caffé Dora».
Altri cittadini ricordano quei concitati momenti: «Abbiamo sentito un primo sparo e pensavamo fossero dei petardi. Poi altri e abbiamo iniziato a temere fossero degli spari. Abbiamo avuto molta paura».
I due abitavano al settimo piano di un palazzo non tanto distante dal luogo del femminicidio-suicidio. Anna era stata di recente operata al cuore per il posizionamento di tre bypass coronarici per problemi che aveva da tempo.
Dopo tutti i rilievi, la salma di Francesco Longhitano è stata portata nelle camere mortuarie di via Bertani a Torino per l’autopsia che sarà eseguita anche sul corpo di Anna Lupo.