È in arrivo il più grande impianto di tutto il Piemonte che tratterà i rifiuti da spazzamento. Sarà a Druento, più precisamente in strada Cassagna.

A realizzarlo saranno Cados e Cidiu grazie ai fondi del Pnrr, più precisamente 6 milioni di euro attraverso la “Missione 2”, ovvero la “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Le terre da spazzamento sono il rifiuto che si ottiene dalla pulizia e dallo spazzamento delle sedi stradali mediante le autospazzatrici (identificato dal Codice EER 200303). Ha una composizione estremamente variabile ed eterogenea: per circa il 70% in peso è costituito da frazione inorganica (polvere e inerti da disgregazione del manto stradale) e per il restante 30% da frazione organica (terriccio, fango, foglie e rami, residui oleosi di autoveicoli).

L’impianto è capace di trasformare 30 mila tonnellate l’anno di rifiuti da spazzamento in materiali di qualità conformi alla normativa dell’Unione Europea e certificabili CE (sabbia, ghiaino, ghiaietto) nonché di differenziare rifiuti da destinare a recupero (quali metalli ferrosi e frazione organica).

Il materiale recuperato trova impiego in numerosi ambiti, quali produzione e confezionamento di calcestruzzo, malte, miscele bituminose e trattamenti superficiali per aree soggette a traffico. Può inoltre essere impiegato in opere di ingegneria civile, costruzione di strade, recuperi ambientali, riempimenti e colmate.

In Italia esistono dieci analoghi impianti che adottano la medesima tecnologia per trattare il rifiuto che si ottiene dalla pulizia e dallo spazzamento delle sedi stradali. Trattandosi di un rifiuto dalla composizione variabile, eterogenea e tecnicamente non inceneribile, l’unico modo per evitare che le terre da spazzamento finiscano in discarica è di avviarle a recupero.

Il nuovo impianto permetterà di ottenere materiali di qualità, conformi alla normativa dell’Unione Europea e certificabili CE (quali sabbia, ghiaino, ghiaietto) nonché rifiuti da destinare a recupero (quali metalli ferrosi e frazione organica come ad esempio le foglie).

Nel solo territorio del bacino Cados (a ovest di Torino fino alla Val Sangone e lungo tutta la Val di Susa) ogni anno si producono circa 3 mila e 400 tonnellate di rifiuti da terre di spazzamento attualmente portate in altre regioni italiane per il trattamento in impianti dedicati. La posizione strategica di quello che sarà il più grande impianto del Piemonte consentirà ricadute positive per tutto il territorio del bacino e non solo, considerato che sarà capace di trattare fino a 30 mila tonnellate l’anno, circa l’80% del fabbisogno dell’intera Regione.

"Il lavoro di squadra, in sinergia con Cidiu e con i sindaci del territorio, ha portato a un risultato in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il nuovo impianto rappresenta un importante contributo nella valorizzazione di questa tipologia di rifiuto al fine di limitare il ricorso alla discarica e recuperare invece nuovi materiali", sottolinea Sergio Bonis, presidente di Cados. 

Dello stesso avviso anche Marcello Mazzù, numero uno di Cidiu: "Si tratta di un risultato importante per il Gruppo Cidiu, che, oltre a gestire responsabilmente i vecchi impianti, continua a investire su innovazione e tecnologia per crearne di nuovi". Così come Carlo Vietti, sindaco di Druento: "Cados e Cidiu hanno saputo muoversi con una visione, una progettualità capace di cogliere le opportunità offerte dai bandi del PNRR. Un investimento importante sul nostro territorio che avrà impatto diretto su Druento e ricadute positive per tutta la comunità".