È stato omologato, dal tribunale di Torino, lo scorso 1 luglio, il concordato preventivo in continuità aziendale di Scarpe & Scarpe, la famosa azienda torinese di calzature, pelletteria, abbigliamento e valigeria nata nel 1961 e che 137 negozi in tutta Italia, Torino e provincia comprese e può contare su 1.550 dipendenti.

Il decreto di omologa è stato emanato dopo la verifica delle regolarità nella procedura, in assenza di opposizioni da parte degli aventi diritto e con l’ottenimento dell’87% dei voti favorevoli espressi dai creditori.

Lo stesso giorno dell’omologa, il consiglio di amministrazione ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio 2021 e l’assemblea ha approvato il bilancio con giudizio positivo espresso dalla società di revisione. Un anno che, nonostante l’emergenza sanitaria, si è chiuso con risultati migliori rispetto al piano.

Con l’omologa da parte del tribunale si chiude una fase e se ne apre una nuova essendo stata altresì approvata l’esecuzione dell’accordo di investimento tra l’azionista Sagi Holding S.p.A. ed il fondo Rsct che acquisirà una quota pari al 70% di Scarpe & Scarpe, mentre il restante 30% rimarrà di proprietà della famiglia Pettenuzzo.

Alla formalizzazione dell’accordo con l’investitore sarà nominato il nuovo CdA, composto da sette membri, in cui siederà anche la famiglia Pettenuzzo.

«L’omologa del concordato sancisce la positiva conclusione di un complesso percorso, portato avanti in questi ultimi due anni che ha visto società, management, azionisti e consulenti impegnati nel raggiungimento di questo importante obiettivo e permette di dare continuità e nuovo slancio ad una storica realtà italiana del mercato calzaturiero», commenta l’ad Cristiano Portas.

«Sono stati due anni complessi, in cui abbiamo lavorato insieme ai consulenti e ai manager per mettere in sicurezza l’azienda, per uscire da una crisi senza precedenti e per disegnare il nuovo corso. Un sentito ringraziamento va anche ai nostri partner/fornitori che non hanno mai smesso di sostenere la Scarpe & Scarpe. Oggi possiamo pensare al futuro attraverso un piano di sviluppo forti delle competenze e degli investimenti del Fondo», commenta la famiglia Pettenuzzo.