L'anno scorso, tre minori - tra i 15 e i 16 anni - erano entrati, senza autorizzazione, all'interno del «Collegio Marino» di Alpignano.

Gli agenti della polizia locale li avevano sorpresi e, inevitabilmente, denunciati per "invasione di edifici", segnalandoli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori di Torino. 

Ma la polizia municipale di Alpignano è riuscita, dopo aver dialogato con il pubblico ministero, a dare avvio ad un percorso di recupero di carattere riparativo, avvalendosi della collaborazione di alcune associazioni del territorio resesi disponibili: come l’Au.Di.Do (Autogestione Diversamente Dotati) e il Gruppo Pittorico Pinzi.

Il percorso intrapreso dai giovani si è articolato in due ambiti: il primo maggiormente pratico, assumendo a favore di soggetti diversamente abili un ruolo proattivo e di cura, affiancandoli nello svolgimento delle loro attività ludico-ricreative, il secondo invece, con un approccio più sperimentale, li ha coinvolti nelle attività del laboratorio artistico, i cui risultati sono stati piacevolmente sorprendenti per tutte le parti.

I minori coinvolti hanno partecipato su base volontaria, il loro percorso è stato consapevole e organizzato con l'approvazione delle famiglie, con riguardo agli impegni scolastici, ed è stato formalmente sottoscritto dai giovani e dalle loro famiglie tramite un “patto educativo”, a conferma della volontà di risanare le conseguenze devianti della loro condotta antigiuridica iniziale.

Al termine del progetto vi è stato un momento di “ricomposizione”, un vero e proprio tavolo di discussione aperta fra tutti i soggetti coinvolti, privati e pubblici, nel quale l’Amministrazione dell’Ente ha potuto constatare il concreto impatto positivo del modello riparativo.

Il progetto è stato strutturato seguendo le linee guida sancite da un Protocollo d'intesa sottoscritto nel 2015 tra la Procura dei minori del Piemonte e della Valle d'Aosta, il Nucleo di prossimità del Comando di Polizia locale di Torino e l'associazione ASAI (Associazione di Animazione Interculturale) di Torino, così come s'innesta nell'alveo delle procedure introdotte dalla recente Riforma Cartabia.

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