Borgaro dice addio a Giovanni Mario Bertino, morto a 92 anni nella giornata di ieri, giovedì 14 ottobre 2021.

Nato a Rivoli nel 1929, Bertino aveva altri nove fratelli: uno di loro, Domenico, era partigiano ed è morto a 18 anni, nel novembre 1944 a Robassomero, facendo parte della 19esima Garibaldina nelle Valli di Lanzo.

Arrivato a Borgaro negli anni ’40, lavorando in Conceria per cinque anni fino al 1953, è stato consigliere comunale per il Partito Comunista Italiano dal 1955 al 1968 e poi dal 1975 al 1999, ricoprendo anche il ruolo di vicesindaco.

Come ha raccontato al sito “Borgaro Ieri e Oggi”, specializzato nel ricostruire la vita della cittadina e dei personaggi storici di Borgaro, “All’epoca il partito più grosso era il Partito Comunista, che aveva circa 170 iscritti su 1800 abitanti. La vita politica e sociale si svolgeva tra la Cooperativa e il ristorante, tra via Costituente e via Roma.

Era anche molto attivo nel tessuto associativo di Borgaro: è stato presidente della Pro Loco per 15 anni ed è stato presidente dell’Associazione Pensionati e, fino a quando è riuscito, coordinatore dell’Anpi cittadina. “La Pro Loco è stata la prima associazione di Borgaro”, ricordava Bertino, con orgoglio, a “Borgaro Ieri e Oggi”.

Viene ricordato per essere stato uno dei tanti amministratori, e cittadini, che ha battagliato per bloccare la “città satellite” da 80mila abitanti. Andando contro al suo stesso sindaco, Defassi.

Di seguito il ricordo di quegli anni, sempre tratto da “Borgaro Ieri e Oggi”: “Nel 1961 è stato presentato il primo progetto per la città satellite. Erano coinvolti il banchiere Michele Sindona, il cardinale Montini, il banchiere Calvi, l’arcivescovo Marcinkus e il Gruppo Acqua Marcia. Per questo avevano acquistato 3 milioni e 200mila ettari tra Cascina Santa Cristina e Settimo, che oggi sono terreni della Regione. Qui volevano costruire case e negozi, senza costruire servizi, come le scuole, e fornendo al Comune un solo ufficio per l’anagrafe. A quel tempo Defassi era sindaco e io era vicesindaco: Defassi era a favore del progetto e non si presentò al Consiglio per approvarlo per evitare di votare a sfavore, mentre io ero assolutamente contrario”.

Toccante il ricordo del sindaco Claudio Gambino: “Mario per tanti amministratori, me compreso, è stato una guida. In particolare nei miei primi anni dentro a Palazzo Civico. Un vero e proprio punto di riferimento. Che ti sapeva consigliare, ti faceva comprendere eventuali errori e ti portava a migliorare. Giorno dopo giorno. Per lui la politica non era un lavoro ma una stupenda passione. Ci metteva tanta passione, che veniva prima dell’ideologia. Il suo unico obiettivo era quello di amministrare bene per far crescere unita tutta la comunità”.