Un’organizzazione criminale dedita al contrabbando di sigarette è stata sgominata, durante il mese di ottobre 2025, dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri della Compagnia di Venaria Reale con il fondamentale supporto dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dei Vigili del Fuoco.
Otto le persone arrestate per vari reati che spaziano dalla produzione illecita e l'immissione in commercio di prodotti contraffatti e, ancora, dalla riduzione in schiavitù alla tratta di persone, e terminando con l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro.
L’indagine ha permesso di scoprire cinque opifici occulti e due depositi di stoccaggio delle sigarette tra Torino Madonna di Campagna, Barca e Rabaudengo così come nelle zone industriali di Venaria Reale e di Caselle.
Durante le operazioni sono stati sequestrati 230 tonnellate di tabacco lavorato di provenienza extra Unione Europea e 22 tonnellate di sigarette, nella maggior parte dei casi già confezionate in pacchetti con sopra i più famosi marchi contraffatti del settore.
I militari hanno rilevato la presenza di sofisticate linee produttive, perfettamente funzionanti, con processi automatizzati ad alta velocità per l’assemblaggio delle sigarette e il confezionamento finale dei pacchetti, partendo dal tabacco trinciato e dal materiale accessorio necessario (filtri, cartine, cartoncini per il packaging, etc.), anch’esso riportante il marchio contraffatto di noti produttori internazionali autorizzati e presente in grandissime quantità presso tali siti. Sono stati infatti rinvenuti circa 538 milioni di componenti per la realizzazione e il confezionamento delle sigarette.
Gli impianti venivano alimentati con gruppi elettrogeni, allo scopo di non rendere rilevabile, dai picchi di consumo dell’energia elettrica, la presenza di macchinari funzionanti a pieno ritmo.
Le finestre che davano verso l’esterno erano state in vari modi oscurate; negli ambienti più interni, illuminati solo artificialmente, erano stati allestiti alloggiamenti per il personale addetto agli impianti, proveniente da Paesi dell’Est europeo e impiegato in condizioni di sfruttamento e in spregio alle norme di sicurezza.
Si trattava, in tutta evidenza, di un ambiente lavorativo assai degradante e molto vessatorio: i lavoratori venivano di fatto rinchiusi nelle fabbriche in questione, senza poter avere alcun contatto con l’esterno, costretti a turni massacranti, senza possibilità di riposo e deprivati di ogni forma di tutela.
Dalle perizie disposte su alcune delle linee di assemblaggio e confezionamento dei pacchetti di sigarette è emersa l’intensa attività produttiva realizzata durante il periodo di operatività clandestina. È stato stimato, infatti, che ciascuna di esse abbia potuto agevolmente produrre 48 mila pacchetti di sigarette al giorno, da cui un volume immesso sul mercato illegale valutabile (in via del tutto prudenziale) in almeno 35 milioni di pacchetti (corrispondenti a 700 tonnellate di prodotto). Un quantitativo, questo, che può aver fruttato agli organizzatori dell’illecito traffico guadagni stimati in non meno di 175 milioni di euro. Ciò con una correlativa evasione di accisa sui tabacchi quantificabile in 112 milioni di euro circa, oltre a IVA per 28 milioni di euro.