La Casa di Carità Arti e Mestieri di Via Amati, 134 dice addio a Venaria. I 120 studenti dei corsi in obbligo scolastico, già da settembre, si trasferiranno nella sede centrale di corso Benedetto Brin a Torino. Per i corsi di apprendistato, iniziati in questo mese, invece, il trasferimento avverrà a ottobre con la conseguente chiusura definitiva.
"Non è stata una decisione improvvisa, è stata pensata e discussa in consiglio di amministrazione. Questo per evitare la dispersione di risorse economiche - spiega l’ex dirigente scolastico Ezio Audano, in pensione da pochissimi giorni - Perché gli enti come Città metropolitana di Torino, la Regione erano in ritardo con i pagamenti. Si pensava di chiedere anche un'anticipo alle banche ma i tempi non sono così immediati. Purtroppo è stata una necessità per contenere i costi dell’utenza, dei servizi pulizia e per i costi dello stesso personale. E per non ridurre l'attività formativa che continuerà ad esserci nella sede centrale, che si presenta ben collegata con le linee e i mezzi di trasporto, se guardiamo il lato positivo. Il lato negativo è che Venaria perde un servizio che garantiva la formazione al lavoro ed eravamo in collegamento con molte aziende".
A Venaria, infatti, la Casa di Carità Arti e mestieri, situata nel plesso della scuola Rigola, era attiva dal 2000 ed era un punto di riferimento. Con attenzione alla Reggia, visto il corso per perito di ospitalità turistica, per dare opportunità di lavoro ai cittadini in un museo che accoglie migliaia di turisti.
Sul piano economico, l'amministrazione comunale aveva un ruolo? "C'era una convenzione con l'amministrazione comunale che prevedeva l'affitto dei locali con agevolazioni, con la garanzia che al personale del comune, si offrisse i corsi di formazione come per esempio sulla gestione delle finanze, e sulla sicurezza. Tutto questo, era stato rispettato da quella che era l'attuale giunta ma alla presentazione degli attuali problemi, in una riunione con il sindaco Falcone, di ritorno non c'è stato un riscontro, benché fosse dispiaciuto”, commenta Audano.
Silvia Iannuzzi