Sono ore di enorme tristezza a Rivoli per la tragica scomparsa di Gaetano Saviotti, l'imprenditore che ieri si è tolto la vita lanciandosi dal tetto del suo capannone. L'azienda era ormai fallita e l'uomo, non potendola più salvare, ha deciso di farla finita. Una decisione maturata dopo un anno di difficoltà, con i creditori e il fisco che non hanno messo la parola fine alla «Nuova Demolizione» di corso Allamano, società specializzata nello smontaggio e nel recupero di automezzi. Una delle più importanti della regione che, nei momenti migliori, è arrivata ad occupare anche 50 addetti.
Al momento del fallimento, decretato nei mesi scorsi, la ditta contava su trenta dipendenti. Saviotti, partito dal nulla, aveva creato un piccolo gioiello. Purtroppo la crisi ha messo a dura prova l'attività fino a quando è spuntato un debito con il proprietario della struttura per un anno di affitti non pagati. Un buco di diverse decine di migliaia di euro, forse nulla di insormontabile. Ma all'atto della messa in mora l'imprenditore è stato costretto a portare i libri in tribunale e l'azienda è fallita.
In pochi mesi la situazione è precipitata, anche a livello personale. Ai problemi in famiglia si sono aggiunti quelli economici e di salute, con la depressione che ha preso il sopravvento. Fino al drammatico gesto di ieri sul quale sono in corso tutti gli accertamenti del caso da parte della polizia di Rivoli. «Gli hanno voltato le spalle in molti - dicono alcuni ex dipendenti dell'azienda - forse l'attività si poteva anche salvare ma non ha torvato nessuno disposto ad aiutarlo».