Una settantina gli aderenti che avrebbero voluto riaprire tutti quanti proprio ieri. E invece, il Governo ha optato per lo scaglionamento fino al 1 giugno, quando toccherà a bar, ristoranti e parrucchieri e altri generi.
E ieri sera, con una disobbedienza silenziosa e pacifica, hanno alzato le serrande dei loro negozi, accendendo insegne e le luci interne per una mezz'ora abbondante.
"Questo protrarsi della chiusura, indicato nell’ultimo Dpcm, penalizza tutte le attività, e si rischia la chiusura definitiva di oltre il 50% dei negozi, creando una ulteriore difficoltà economica a quelli che riusciranno a continuare. Ogni attività che non riaprirà andrà ad aggravare la già difficoltosa situazione di elevata disoccupazione. Inoltre, i Cittadini, oltre al cibo, hanno necessità di rifornirsi di altri beni e servizi. Con il protrarsi della chiusura dei negozi, si avvantaggiano sempre e solo i Grandi portali di vendita online e la Grande distribuzione, penalizzando sempre più i negozi di vicinato, già in gravi difficoltà. Non si capisce quale sia l’ulteriore rischio di contagio che possa esistere nei negozi, bar, ristoranti e servizi alla persona, che potranno regolare gli ingressi e le distanze, tanto quanto hanno fatto sempre i supermercati, farmacie, alimentari, sanitari, tabaccai, ferramenta, giornalai, e tutti quanti gli altri settori aperti fino ad oggi. Riteniamo che dopo due mesi di chiusura sia ora di riaprire, con tutti i presidi e i protocolli di sicurezza necessari, che speriamo vengano definiti al più presto, e ci auguriamo sensati e attuabili".
Al flash mob ha partecipato anche l'assessore Paolo Dabbene. E ieri sera, con una disobbedienza silenziosa e pacifica, hanno alzato le serrande dei loro negozi, accendendo insegne e le luci interne per una mezz'ora abbondante.
"Questo protrarsi della chiusura, indicato nell’ultimo Dpcm, penalizza tutte le attività, e si rischia la chiusura definitiva di oltre il 50% dei negozi, creando una ulteriore difficoltà economica a quelli che riusciranno a continuare. Ogni attività che non riaprirà andrà ad aggravare la già difficoltosa situazione di elevata disoccupazione. Inoltre, i Cittadini, oltre al cibo, hanno necessità di rifornirsi di altri beni e servizi. Con il protrarsi della chiusura dei negozi, si avvantaggiano sempre e solo i Grandi portali di vendita online e la Grande distribuzione, penalizzando sempre più i negozi di vicinato, già in gravi difficoltà. Non si capisce quale sia l’ulteriore rischio di contagio che possa esistere nei negozi, bar, ristoranti e servizi alla persona, che potranno regolare gli ingressi e le distanze, tanto quanto hanno fatto sempre i supermercati, farmacie, alimentari, sanitari, tabaccai, ferramenta, giornalai, e tutti quanti gli altri settori aperti fino ad oggi. Riteniamo che dopo due mesi di chiusura sia ora di riaprire, con tutti i presidi e i protocolli di sicurezza necessari, che speriamo vengano definiti al più presto, e ci auguriamo sensati e attuabili".